REGISTRARE MUSICA IN CASA
Registrare musica in casa è una delle innovazioni più importanti nel mondo dell’industria musicale e forse del mondo della musica nel senso più ampio del termine.
Riuscire a incidere la propria canzone o la propria esecuzione musicale in completa autonomia, con dei budget non elevatissimi, sta portando pian piano alla nascita di grandi talenti nel mondo musicale, che mai come in questo momento possono dare voce alle proprie idee senza dover investire dei capitali insostenibili.
Se sei qui è perché probabilmente vuoi imparare a registrare musica in casa in completa autonomia e, perché no, senza spendere troppo.
Proveremo a darti tutti i consigli e le nozioni utili affinché tu possa riuscire in questo.
La strumentazione
Per essere in grado di registrare musica in casa hai bisogno anzitutto di alcuni strumenti essenziali per poter lavorare: l’hardware e il software.
HARDWARE
Quando parliamo di hardware facciamo riferimento a tutti gli strumenti fisici di cui abbiamo bisogno per incidere le nostre tracce, molti di questi sono indispensabili per riuscire a raggiungere il nostro obiettivo.
1. Computer
Il primo strumento di cui è doveroso discutere è sicuramente il computer che, oltre ad aver rivoluzionato il modo di vivere delle persone comuni, lo ha fatto anche nel mondo dell’audio, riuscendo a condensare un enorme quantità di informazioni in poco spazio.
Continuando con questo paragone, però, è importante spiegare che per riuscire a svolgere una sessione di registrazione senza problemi è fondamentale avere un computer con determinate caratteristiche:
a. Una buona memoria interna (da 250 gb in poi), che ci permetta di effettuare molteplici incisioni e di salvarle conseguentemente;
b. Un buon processore (un i5 va più che bene), che consenta di svolgere fluentemente i processi di registrazione, senza avere spiacevoli ritardi, strane distorsioni o blocchi del programma.
2. Microfono
Il secondo strumento fondamentale per riuscire a registrare musica in casa è, ovviamente, il microfono.
Esso ha come finalità, banalmente, quella di catturare il suono prodotto da qualsiasi fonte e di trasmettere questo segnale, tradotto in segnale elettrico, in una scheda audio, che poi lo convertirà in segnale digitale indirizzandolo nel computer.
Ci sono vari tipi di microfoni, che differiscono a seconda del materiale, delle componenti e dei processi che permettono di incidere il suono.
Tieni a mente queste tre macro categorie: microfoni a condensatore, microfoni dinamici e microfoni a nastro.
I primi sono i più utilizzati in studio, i secondi sono più frequenti nei live mentre i terzi sono un po’ meno conosciuti ma comunque utilizzati in studio.
Per registrare musica in casa non hai bisogno di un microfono che costi centinaia di euro, l’importante è che abbia una discreta risposta in frequenze e una buona resistenza.
Il più famoso e usato in home studio per i principianti è sicuramente il rode Nt-1, che riesce ad unire una giusta qualità ad un prezzo abbastanza accessibile.
Il bundle della focusrite con microfono, scheda audio e cuffie è certamente un punto di partenza altrettanto valido.
3. Scheda Audio
La scheda audio è lo strumento necessario affinché il segnale elettrico creato dal microfono riesca effettivamente ad arrivare al computer in segnale digitale, permettendo dunque di essere inciso sul nostro software audio.
Essa, inoltre, consente di gestire anche le uscite audio, non solo gli ingressi.
Questo si traduce con la possibilità di regolare il volume delle casse (che vanno collegate ad essa, ma di cui non parleremo oggi perché non direttamente interessate nel processo di registrazione di musica in casa) e delle cuffie (che si serviranno per poter sentire la nostra voce e la musica (o il metronomo) su cui performiamo senza che questi suoni vengano registrati dal microfono.
Le schede audio, che a nostro avviso possono aiutarti maggiormente nel processo di registrazione di musca in casa sono la focusrite 2i2 e la Audient iD4.
4. Cuffie
Le cuffie sono fondamentali, come anticipato, per poter sentire la strumentale della canzone che stiamo cantando insieme alla nostra voce o il metronomo su cui suonare la nostra performance strumentale, senza che però questo audio venga intercettato dal microfono, andando a collidere con la nostra performance stessa.
Le cuffie si distinguono in 2 categorie principali: cuffie aperte e cuffie chiuse.
Le prime sono ideali per il mixaggio, poiché hanno solitamente una risposta in frequenza migliore, talvolta possono causare dei rientri perché l’audio riprodotto è udibile anche da chi non le indossa.
Le cuffie chiuse, invece, sono pensate per i live e per le registrazioni e consentono di isolare l’audio riprodotto dalle stesse, evitando così spiacevoli rientri nel microfono
SOFTWARE
Una volta ottenuto il setup dell’hardware è fondamentale, per registrare musica in casa, avere una delle seguenti DAW, e saperla utilizzare al meglio:
- Ableton Live;
- FL Studio;
- Logic Pro X;
- Reason;
- Cubase;
- Pro Tools;
- Reaper…
Se sei alle prime armi o vuoi comunque migliorare la conoscenza del tuo software preferito ti consigliamo di dare un occhiata a questo link, Produzione Hip Hop offre corsi pensati per chiunque voglia imparare a padroneggiare al meglio questi strumenti indispensabili per registrare musica in casa.
Tornando al software, esso è la parte di strumentazione legata al sistema operativo del tuo computer e ai driver della scheda audio, questi ultimi solitamente vengono scaricati automaticamente ed installati mentre i primi vanno acquistati o scaricati gratuitamente dal sito web della casa produttrice.
La maggior parte di quelli citati sono a pagamento, ed hanno dei prezzi variabili, altri invece sono gratuiti.
Il software ci consente, come spiegheremo nel dettaglio nella sezione successiva, di effettuare l’incisione e poterla riascoltare, editarla e mixarla.
Il workflow
Veniamo ora alla parte pratica del registrare musica in casa, una volta ottenuti software e hardware siamo pronti per creare iniziare ad incidere la nostra idea musicale:
1) Apri la DAW
2) Selezionare la scheda audio dalle preferenze
3) Impostare un buffer size basso
Il buffer size è una metrica che ci permette di modulare quante informazioni, in entrata e in uscita, deve processare il computer.
Ad un maggior buffer size corrisponde meno sforzo del computer ma un maggior ritardo nella registrazione, che inciderà sulla messa a tempo della stessa.
Non c’è un giusto buffer size, esso dipende: dalla situazione, da che tipo di computer hai, dal tipo di DAW, da quante tracce hai registrato, da quanti plugin sono attivi…
Il consiglio è quello di impostarlo in modo da non sentire latenza tra la tua traccia e la tua voce / strumento (indicativamente da 32 a 256)
4) Impostare frequenza di campionamento e profondità di bit
La frequenza di campionamento è un dato che descrive, in termini di hertz (unità di misura della frequenza) il numero di campioni presenti in un secondo di segnale digitale.
Solitamente, per quanto riguarda il mondo discografico, lo standard oscilla il parametro 44.100 hz e il 88.200 hz mentre per quanto riguarda il mondo del cinema siamo a 48.000 hz e 96.000 hz.
La profondità di bit, invece, indica la quantità di bit (unità di informazione) presenti in ogni campione, ne descrive la risoluzione dello stesso.
Anche qui, lo standard a cui si lavora è solitamente 24 bit, se hai un computer prestante puoi andare anche sui 32 bit.
5) Impostare il formato di registrazione .wav o .aiff (foto precedente)
Il formato di registrazione rappresenta il tipo di formato in cui verrà formattata la tua registrazione, i più conosciuti sono il .wav e il .aiff.
Il formato .wav (Waveform Audio File Format) e il formato .aiff (Audio Interchange File Format) sono formati chiamati “non-compressi”, dunque in alta qualità, molto simili tra loro.
Il loro fine è quello di immagazzinare informazioni in alta qualità, con molteplici scopi.
La differenza principale sta nel fatto che il primo fu sviluppato da Microsoft mentre il secondo da Apple e dunque si presuppone una maggior compatibilità con questi sistemi.
6) Creare una traccia audio
Hai possibilità di creare due tipi di tracce audio diverse: mono e stereo.
La prima è la più comune ed è utilizzata per registrare tracce incise attraverso un solo microfono (voce, chitarra…) mentre la seconda è una tipologia di traccia leggermente più complessa, per ottenere una registrazione stereo abbiamo bisogno o di più microfoni o di un microfono che consente di registrare più fonti sonore.
Viene solitamente utilizzata per incidere riverberi naturali.
7) Selezionare gli input (1) e armare la traccia (2)
L’input rappresenta la fonte da cui il computer deve cogliere il segnale, il canale nel quale è stato fisicamente collegato il microfono.
Una volta creata e selezionata la traccia in cui registrare bisogna attivarla per la registrazione e per il monitoraggio dell’audio.
Il record monitoring rappresenta la prima opzione mentre l’input monitoring la seconda.
Quest’ultima opzione consente al performer di ascoltarsi in cuffia mentre effettua la tua registrazione.
8) Attiva la phantom power nel caso in cui avessi un microfono a condensatore (è solitamente un pulsante rosso con su scritto 48V)
La phantom power consente di “accendere il microfono a condensatore” inviando al microfono stesso una tensione elettrica che ne amplifica il volume di ingresso.
9) Effettuare un’incisione di prova monitorando che l’input della scheda audio si attesti all’incirca sui -6db di picco massimo
Questo eviterà spiacevoli clip durante le parti più “potenti” dell’esecuzione, è inoltre un’indicazione utile per avere una registrazione che non abbia delle distorsioni e che sia dunque ottimale per il mixaggio.
10) Registrare
E’ tutto pronto per la tua sessione di registrazione di musica in casa.
Una volta effettuata la tua sessione di registrazione sarai pronto per la fase di mixaggio, che potrai o affidare a qualcuno o far in completa autonomia, in questo caso ti consigliamo i corsi di post produzione di Produzione Hip Hop, pensati per renderti in grado di mixare e masterizzare in completa autonomia.
Corsi di Produzione
Impara a registrare musica in casa in autonomia
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Ottimizzare la registrazione
Veniamo ora a dei consigli che possiamo darti per poter ottimizzare la registrazione di musica in casa e per poter risolvere alcune problematiche che possono presentarsi.
Uno dei primi problemi che hai in un ambiente come quello di casa è sicuramente il fatto che i materiali, la disposizione degli elementi e la struttura della stanza portano le onde sonore (che sono corpi fisici e che sottostanno alle stesse leggi) a risuonare in maniera sbagliata all’interno dell’ambiente.
Se hai già avuto modo di leggere l’articolo su come creare uno studio di registrazione in casa saprai già quali sono le soluzioni per risolvere queste problematiche, se non lo hai già fatto ti consigliamo di farlo.
I problemi legati all’acustica, dal punto di vista della registrazione, riguardano principalmente le riflessioni e le risonanze che possono essere catturate dal microfono durante l’esecuzione e che contribuiscono a danneggiare la traccia incisa.
SOLUZIONI
In questo caso si può optare per queste soluzioni che possono ridurre sostanzialmente questi problemi:
Avvicinare il microfono alla fonte sonora riducendo anche l’input, in modo da ridurre la sensibilità del microfono (che aumenta aumentando l’input) senza però perdere la qualità della registrazione sonora.
In questo caso si otterranno, di contro, delle voci con delle basse frequenze e un effetto prossimità maggiore;
Tenere il microfono al centro della stanza o comunque lontano da pareti nude e da angoli, dove avviene l’effetto risonanza (per decidere il punto migliore può essere utile battere le mani e ascoltare dove ci sono meno risonanze);
Utilizzare uno scudo fonoassorbente (quella sorta di semicerchio che trovi in molte foto di studi di home recording), che permette di schermare parzialmente le riflessioni intorno al microfono.
Altri problemi possono riguardare il fatto che una stanza possa essere troppo asciutta, perché magari eccessivamente trattata o perché presenta molti elementi che tendono ad assorbire le frequenze, in questo caso la soluzione è lavorare in post produzione con l’aggiunta di effetti e riverberi.
Ti ringraziamo per essere arrivato fin qui e di aver letto tutto il nostro articolo su come registrare musica in casa.
Ti ricordiamo che, nel caso tu voglia approfondire questi temi insieme ad un docente certificato, puoi trovare il corso che fa più al caso tuo cliccando direttamente sul banner.
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