Cos’è il Gain staging e come può migliorare i tuoi mix
Cos’è il Gain staging e come può migliorare i tuoi mix
C’è una componente cruciale del mixaggio che spesso viene trascurata dai produttori e tecnici del suono: stiamo parlando del gain staging.
Il gain staging è una somma di processi che porterà il tuo mix al livello successivo, entro la fine di questo articolo, avrai una migliore comprensione del processo di gain staging e di come utilizzarlo per aumentare la qualità dei tuoi mix e mastering.
Pronto?
Si parte….
I concetti visti durante questo articolo potranno essere applicati anche per altri software di correct pitch come flex pitch di Logic Pro, newton di FL Studio etc.
Pronto?
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Cos’è il Gain staging?
Il Gain staging consente di portare il livello di un segnale ad un volume adeguato per consentire ai processori di segnale che utilizzi (compressori, channel strip etc.) di lavorare nel modo corretto: senza introdurre rumore di fondo ne saturazioni al segnale.
Gain staging VS volume
È meglio pensare al gain staging e al volume come due facce della stessa medaglia. Il gain staging si riferisce alla potenza di un segnale che entra in un dispositivo, mentre il volume si riferisce alla potenza che lascia quel dispositivo (segnale in uscita).
Per questo motivo è possibile (si fa appositamente) utilizzare il gain staging per aumentare il volume di un segnale in ingresso per saturare e sovraccaricare un suono, per scaldarlo e arricchirlo di armoniche e avere comunque un segnale sano in uscita: ti basta controllare l’output per mantenere il tuo gain staging corretto.
Il volume analogico ed il volume digitale
Dovresti essere consapevole del fatto che i sistemi digitali e analogici misurano l’audio in modo differente: nella tua DAW (FL Studio, Logic Pro, Ableton), il volume viene misurato in dBfs mentre nel dominio analogico troviamo i VU ed altri valori.
Ricordati che lo 0 digitale (il famoso clipping) nel mondo analogico corrisponde circa a -18dB.
Corso di Tecnico Audio
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La prova dell’importanza del Gain Staging
Se fino ad oggi sei stato convinto che bastasse lavorare sotto gli 0dB (mi auguro non sopra), da oggi sai che non basta.
Proviamo a prendere un segnale e metterlo a -5dB, ora passiamolo dentro ad un pitcher (si hai letto bene, un plugin di pitch!) e controlliamo le armoniche che si generano.
Come puoi notare a partire dai 1000Hz creati dall’oscillatore si generano 3 armoniche: si stà verificando saturazione!
L’Unity Gain
Un ultimo concetto da comprendere è il termine Unity Gain che si riferisce a quando un dispositivo come un fader o un controller di livello non riduce ne incrementa il volume del segnale in ingresso.
L’unity gain si ottiene quando il volume in uscita è uguale al volume di ingresso.
Puoi controllare se la tua traccia è in unity gain accendendo e spegnendo il processore (compressore, eq etc.) e controllando che il volume di uscita non cambia: se per esempio stai comprimendo una cassa ed il volume diminuisce, sai di non aver raggiunto l’unity gain.
La soluzione facile al Gain Staging
Analisi del Gain staging
Ora che abbiamo parlato di come il gain staging funziona possiamo vedere come applicarlo.
Esistono 2 tecniche:
- La prima consiste nell’inserire un VU meter sul master (settarlo a -18dBfs) e fare in modo che tutti gli strumenti in SOLO raggiungano all’incirca lo O.
Nel caso in cui questo non avvenga bisogna alzare o abbassare il volume dello strumento prima che venga processato, nella regione audio oppure con un plugin di gain in alto nella catena del mixer (primo insert)
- La seconda tecnica è molto più semplice e veloce e anche se meno precisa della prima, consente di raggiungere lo scopo che ci stiamo prefissando (quello di entrare nel mixer e far lavorare i plugin senza che essi generino saturazioni incontrollate). Questa tecnica consiste nel riprodurre l’intero mix nella parte del ritornello (o dove ci sono più strumenti), con tutti i fader a 0 e controllare che il volume (sempre nel VU meter) vada circa sugli 0 VU (se in alcuni frangenti eccede di poco non succede nulla di grave).
Puoi anche non utilizzare il VU meter e controllare il volume sul meter del mastering, in questo caso come riferimento dovremmo attestarci tra i -6 ed i -12dB (meglio più bassi che più alti).
Correzione dei problemi di gain staging
Come spiegato poco fa, è fondamentale modificare il volume prima di entrare nel mixer. altrimenti se abbasserai il fader del volume la modifica sarà quasi totalmente inutile perché non farai altro che abbassare il volume di un segnale “sbagliato”.
Il percorso di un mixer è sempre a scendere, dall’alto verso il basso, quindi bisogna abbassare il volume prima di mettere qualsiasi processore.
Per fare questo puoi abbassare il volume delle regioni, oppure puoi inserire un trim-gain come primo plugin per le tracce da sistemare oppure puoi utilizzare il gain presente nel mixer di software come logic pro, cubase etc. l’importante è prima di entrare nel mixer.
Ha senso fare gain staging con i sistemi audio odierni?
La saturazione è cardine delle registrazioni quindi entrare forte nei processori e poi uscire piano consente di “sfruttare” le macchine e far sì che restituiscano un suono credibile.
Nei paragrafi precedenti abbiamo accennato al fatto che il gain staging consente di gestire i segnali in ingresso mentre il volume in uscita.
Per questo motivo entrare in saturazione in una console (o simulazione) non è sbagliato, anzi negli studi professionali di tutto il mondo si satura (e anche molto).
Per questo motivo il suggerimento è quello innanzitutto di studiare e conoscere le macchine che utilizzi (siano essi plugin della oppure analogiche) e sfruttare la colorazione delle stesse lavorando con livelli di ingresso alti.
Però rimane importante mantenere il livello dei segnali del mixer bassi per fare in modo che lavori tutto bene e che non si creino delle distorsioni incontrollate
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