GIRADISCHI E VINILI NELL’ HIP HOP
I giradischi e i dischi in vinile sono dei simboli del movimento hip hop.
I giradischi e i vinili sono strettamente legati tra di loro perchè come molti ben sanno la riproduzione dei dischi in vinile avviene tramite il giradischi. I vinili sono stati introdotti nel mercato verso la fine dell’800 (questi dischi fonografici erano i 78 giri) cosi come i giradischi (i grammofami). Nel corso del tempo i vinili sono stati sviluppati da alcuni ricercatori che hanno apportato delle modifche fino a stabilire, verso la metà del 1900, la produzione e la commercializzazione dei vinili 33 giri e 45 giri che ancora ad oggi sono i più diffusi e venduti nei negozi. Con l’avvento delle cassette (che venivano utilizzate anche per le registrazioni home) e la diffusione dei CD-ROM negli anni 80/90′, i dischi in vinile hanno subito inevitabilmente un declino di produzione e di vendite che però sono lentamente riprese ed aumentante nella prima decade del 21 secolo.
PERCHÈ NEL VENTUNESIMO SECOLO TROVIAMO ANCORA I VINILI NEI NEGOZI?
“Il vinile è sempre il vinile” e ha un fascino del tutto particolare potremmo dire: osservare una puntina che scorre lungo i solchi di un disco che riproduce la musica che più ci piace può essere considerato “un bel momento”, sia per un’appassionato di musica o un collezionista di dischi, sia per un dj o per un beatmaker. Mentre l’era del digitale si fa sempre più insistente e i dischi che acquistiamo sono contenuti nei nostri hard disk e le copertine sono in formato .pdf, il vinile si è ritagliato un piccolo spazio nel mercato musicale e alcuni collezionisti “pagano oro” per aggiungere alla propria libreria fisica un pezzo di storia musicale. Il discorso però non si ferma qui perchè è vero anche che i dischi in vinile sono ingombranti, pesanti e devono essere trattati e puliti con cura; a questo punto sorge un’altra domanda:
Perchè acquistare dischi in vinile? Per acquistare qualcosa di autentico, perchè la pasta sonora dei dischi in vinile è unica, per supportare i propri idoli acquistando il loro ultimo disco in vinile ma anche per presentarsi ad una serata live con dei vinili e suonare i dischi che contengono le migliori hit oppure per campionare in studio o semplicemente per il gusto di passare i pomeriggi a rovistare in negozio tra centinaia di titoli ed artisti e ritrovarsi la sera a cercare il campione Soul, Jazz, Funk e di altri generi musicali che tanto hanno influenzato e influenzano tutt’ora il genere hip hop.
GIRADISCHI, VINILI E PRODUZIONE HIP HOP
Come già menzionato nell’articolo “produzione hip hop“, i giradischi e i vinili sono i primi dispositivi utilizzati dai beatmaker per comporre musica hip hop; se negli anni 70/80′ eri un’adolescente di New york e ti affacciavi nel mondo della produzione hip hop, l’unico strumento musicale che probabilmente potevi permetterti era un giradischi accompagnato dalla collezione di vinili dei tuoi genitori (ovviamente non per tutti era cosi). Produttori come Dj Kool Herc e Africa Bambata, durante i primi anni della storia dell’hip hop, si esibivano durante i live o le feste di quartiere creando instrumentals rap in tempo reale con il semplice utilizzo di giradischi e vinili che venivano looppati e fatti scorrere simultaneamente. Quando nelle decadi successive il beatmaking hip hop ha beneficiato dell’introduzione di DAW prestanti e di software di produzione musicale che elaborano dati audio e midi con velocità e risoluzione istantanea, il processo di beatmaking hip hop si è evoluto e per comodità molti beatmaker hanno iniziato a produrre beats utilizzando maggiormente strumenti digitali (Plugin). Tuttavia, alcuni beatmaker hip hop come Dj Premier, J Dilla, Rza e molti altri ancora, hanno mantenuto uno stile di produzione influenzato dai “vecchi” dischi o meglio hanno continuato a produrre basi hip hop utilizzando principalmente un giradischi e dei vinili affiancati al leggendario Akai Mpc. Al giorno d’oggi è possibile integrare analogico e digitale comodamente: registrando loop audio di dischi in vinile all’interno del computer possiamo editare i campioni utilizzando campionatori virtuali (presenti all’interno dei software) che dispongono delle stesse funzionalità di quelli fisici.
CAMPIONARE DA VINILE O CAMPIONARE ALTROVE?
Una delle domande riguardo ai vinili che circola in giro per il web è questa. La risposta è che se si tratta di qualità sonora non esiste sempre un meglio o un peggio ma esiste anche un gusto personale, un pensiero soggettivo. Leggendo in internet le interviste di alcuni produttori americani famosi, ci si accorge che i pareri riguardo le fonti di campionamento sono diversi: c’è chi preferisce campionare da vinile, chi campionare da CD, chi campionare da youtube, chi campiona strumenti “veri” chi campiona ovunque e chi non campiona per niente e realizza basi hip hop componendo armonie e background musicali da zero. Nella realtà dei fatti, quando l’intenzione è quella di produrre basi hip hop utilizzando campioni di alta qualità, attingere da vinili e da CD audio in formato .WAV è la miglior soluzione, valutando però anche la conservazione dei vinili e le condizioni della puntina: vinili rigati, puntine difettose e anche schede audio scadenti sono da escludersi quando si parla di qualità nell’audio. Detto questo esistono basi hip hop famose che contengono slice audio registrati da vinile, da youtube, da DVD etc. ma nonostante questo ti sconsigliamo di campionare da youtube o in giro per il web perchè spesso le canzoni sono in formato Mono oppure hanno problemi di fase o in sostanza sono di pessima qualità. Una buona soluzione è questa: se navigando per il web scorgi un campione audio che vorresti utilizzare per creare una base hip hop, verifica la provenienza della canzone e se possibile acquista il vinile o il cd dell’artista; in questo modo non solo potrai usufruire del campione audio di ottima qualità ma avrai “supportato” un’artista pagando la sua arte musicale!