Produzione Hip Hop https://produzionehiphop.com Concretizza l'idea musicale che hai in mente Mon, 20 Jun 2022 13:43:47 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.9.10 https://produzionehiphop.com/wp-content/uploads/2021/11/cropped-Immagine-2021-11-25-164839-1-32x32.png Produzione Hip Hop https://produzionehiphop.com 32 32 I migliori Beatmakers Hip Hop italiani https://produzionehiphop.com/blog/i-migliori-beatmakers-hip-hop-italiani.html Mon, 20 Jun 2022 09:42:46 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=212592 Chi sono i migliori beatmakers hip hop italiani? Quali sono le figure di riferimento del panorama musicale nostrano?

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I migliori Beatmakers Hip Hop italiani

Considerazioni

Questo articolo non è da ritenersi una classifica ne tantomeno una competizione tra beatmakers. È semplicemente un elenco di produttori che nell’ultimo periodo si sono contraddistinti per le loro sonorità, originalità, numeri e certificazioni ottenuti con le canzoni prodotte.

In questa lista non ci sono tutti i produttori del panorama italiano (per ovvi motivi), ma ci teniamo a menzionare The Night Skinny, Marz, Zef, Young Miles, Drillionare, i 2nd Roof, PK, Yazee e i più recenti MR.Monkey, NKO, JuniorK, Kermit, AVA.

Inoltre ci teniamo a menzionare producers come DJ Shablo, Dj Schocca, Bassi Maestro, Fritz Da Cat, Don Joe, Big Fish, Big Joe, Mixert, Garelli.

Sick Luke

All’anagrafe luca Barker, è un beatmaker di roma che si è fatto conoscere negli anni come produttore hip hop per il truceKlan e successivamente come produttore trap per la Dark Polo Gang. Nel 2022 ha pubblicato il disco X2 arrivando alla consacrazione definitiva.

Utilizza Logic Pro per produrre e adotta varie tecniche come l’impiego di flanger sugli hihats. le basi musicali che produce spesso sono contrassegnate da un tono festoso e club che riprende le sonorità west coast hip hop.

Charlie Charles

Charlie Charles è un beatmaker e produttore musicale di milano che si è fatto conoscere al grande pubblico grazie alle canzoni prodotte per Sfera Ebbasta e Ghali. Nel 2019 è riuscito a vincere l’edizione di sanremo grazie alla co-produzione con Dardust per il brano Soldi di Mahmood.

Utilizza FL Studio e produce basi musicali di vario genere e stile, si contraddistingue per l’utilizzo di un drum set di suoni tutto suo, ispirato alla roland 808.

Andry The Hitmaker

Produttore di milano che si è fatto riconoscere negli anni per aver prodotto molti artisti della scena hip hop come Guè, Clementino, Emis Killa, Jake la furia e tanti altri.

Le sue basi musicali, prodotto in FL Studio, si contraddistinguono per l’utilizzo di kick molto distorti e alti di volume, in stile Drake, con delle drums movimentate e accattivanti, altamente riconoscibili.

Tha Supreme

Chris nolan è un produttore che si è contraddistinto per le produzioni a sfera ebbasta, ghali insieme a charlie charles e successivamente a Tedua.

Nei suoi brani è possibile riconoscere l’utilizzo di accordi in stile più pop e l’impiego di chitarre acustiche.

Low Kidd

Produttore della 333Mob e componente della machete, si è occupato di svariate produzione del suo collettivo, in particolar modo di Salmo e Lazza.

Produce con FL Studio e si è specializzato nella produzione di bassi con molti glide e l’utilizzo di kick distorti che ricoprono un ruolo chiave nelle basi musicali che realizza.

Chris Nolan

Produttore di milano che circa nel 2015 collabora con Charlie Charles alla produzione di brani per ghali, sfera ebbasta e Tedua.

Successivamente diventa il produttore “ufficiale” di tedua creandogli un sound davvero particolare, in cui troviamo un ampio utilizzo di progressioni di accordi in stile pop suonati con chitarre acustiche.

Greg willen

Figlio di un batterista, inizia la sua carriera appunto come batterista in un gruppo metal. Dopo aver scopert FL Studio e il mondo della produzione digitale produce musica hard style.

Verso i 15 anni si appassiona all’hip hop ed introduce elementi hard style e hardcore nei suoi brani inanellando vari successi con il gruppo fsk.

Mace

Produttore musicale polivalente, inizia la sua carriera come produttore per il colletivo La Creme, poi si affaccia alla musica elettronica e viaggia in giro per il mondo suonando; nel 2021 pubblica il disco OBE.

Per produrre usa il software Ableton, riesce a spaziare tra suoni più classici e campionati, in stile hip hop con suoni più elettronici e talvolta orientali.

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Studia ed impara le tecniche usate dai migliori produttori hip hop italiani nel corso di beatmaking e produzione hip hop

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Come mixare una voce registrata in casa – con esempio pratico https://produzionehiphop.com/blog/come-mixare-una-voce-registrata-in-casa-con-esempio-pratico.html Sun, 17 Apr 2022 17:45:12 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=212421 Cosa fare se la voce è registrata in casa senza apparecchiature costose?
Bisogna intervenire con un mixaggio e mastering differente rispetto a voci registrate in studio...

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Come mixare una voce registrata in casa – con esempio pratico

Come mixare una voce registrata in casa

In questo articolo ti spiegherò uno ad uno i passaggi fondamentali per fare in modo che le tue voci e quelle degli artisti che mixi siano mixate e masterizzate alla perfezione.

Cosa fare se la voce è registrata in casa senza apparecchiature costose?

Bisogna intervenire con un mixaggio e mastering differente rispetto a voci registrate in studio, innanzitutto dovremo pulire, in secondo luogo dovremo restituirgli credibilità e per ultimo aggiungere gli effetti prima di essere pubblicate su spotify o youtube.

I consigli che troverai in questo articolo ti saranno sicuramente utili se registri voci in casa ed anche in home studio e anche se registri in uno studio professionale troverai degli spunti che potrebbero migliorare la qualità delle tue canzoni.

Pronto?

I problemi del registrare in casa

Il problema principale di registrare una voce in casa è l’attrezzatura: spesso chi non lavora in uno studio di registrazione professionale non dispone di microfoni, schede audio e convertitori di fascia alta.

E anche se con una scheda audio da 100 euro si può ottenere un risultato discreto, differenze ci sono e si sentono rispetto a schede audio più costose.

Qual’è l’attrezzatura minima richiesta?

In questo articolo parleremo della parte di mixaggio e mastering della voce quindi ci concentreremo su come mixare una voce registrata in casa e non sulle attrezzature consigliate, se sei interessato ad approfondire l’argomento, ti consiglio di leggere l’articolo “costruire un home studio di registrazione

Come trattare la stanza e posizionare il microfono

Il secondo problema delle voci registrate in casa sono le stanze non trattate, in questo caso bisogna stare particolarmente attenti perché una cattiva gestione della registrazione può complicare il mix e master della voce.

Personalmente ti consiglio di valutare questi 2 aspetti:

 

  • Se le voci che registri hanno un suono ovattato e troppo chiuso come questo, probabilmente stai registrando in un ambiente piccolo o utilizzando troppi pannelli, per risolvere ti consiglio di rimuovere i pannelli o di “ingrandire” per quanto ti è possibile l’ambiente in cui posizioni il microfono quando registri
  • Se le voci che registri hanno troppo riverbero come l’esempio che segue, probabilmente risolverai posizionando dei pannelli nella zona del microfono per attenuare le prime riflessioni, facendo registrare il cantante vicino al microfono oppure utilizzando degli schermi. Queste 3 soluzioni possono essere usate anche in combinazione

 

Risolvere i problemi di registrazione

Prima di mixare la voce

Prima di mixare, comprimere, equalizzare e fare qualsiasi cosa ti consiglio di organizzare il progetto, in questo caso mixeremo una canzone con base musicale in file stereo quindi sarà abbastanza semplice.

Posizioneremo le voci principali in alto, poi le doppie/sovraincisioni e così via.

Ci occuperemo di far in modo che le voci siano bilanciate, per quanto riguarda il volume, dall’inizio alla fine del brano.

È logico e naturale per un cantante registrare delle parti con più enfasi e maggiore volume e parti più basse e con minore volume: è importante che il volume della voce principale sia simile per tutte le sezioni del brano; per fare questo con dell’editing interverremo sulle regioni modificando il volume dei segmenti.

Eliminare le basse frequenze

Puoi filtrare fino agli 80 Hz circa senza problemi, non troverai quasi mai delle voci che hanno frequenze sotto gli 80Hz utili.

Usa un filtro passa alto e scorri fino a quando senti che la voce cambia (se è acuta potresti arrivare fino ai 150/200Hz, altrimenti sino agli 80/100) l’importante è che con eq spento acceso non ci siano differenze percettibili.

Togliere il riverbero

Nella voce che stiamo mixando puoi notare che c’è un pò di riverbero dato dalla stanza, apparentemente nulla di fastidioso, in realtà queste riflessioni oltre ad essere poco musicali rischiano di aumentare con i processi successivi.

Per questo motivo utilizzerò un DeVerberate 3 Acon Digital per pulirla.

Rimuovere il rumore di fondo

Il rumore di fondo è un altro elemento che potrebbe caratterizzare le registrazioni di voci fatte in casa, in nostro aiuto potrebbe venire il plugin Clarity Vox Waves Audio oppure l’rx 6 di izotope.

De-Esser SI o NO?

Il De-esser è un compressore multibanda che comprime le alte frequenze, quelle dove si trovano le consonanti f, z e appunto s.

Il range delle esse è tra i 5mila ed i 10mila Hz e il De-esser le comprime.

Indipendentemente dal De-Esser utilizzato bisogna tenere a mente che è fondamentale trovare le giuste frequenze (tramite un analizzatore di spettro qualsiasi) ed essere precisi nell’attenuazione.

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Pulizia

Togliere le risonanze

Con il termine risonanze si fa riferimento a frequenze indesiderate che non sono “armoniche” con la voce.

Registrando voci in casa è facile incappare in un accumulo di medie frequenze o di alte frequenze date dai convertitori di bassa qualità piuttosto che dal microfono.

Per controllare le frequenze risonanti delle voci ti suggerisco un compressore multibanda oppure un equalizzatore.

In questo esempio utilizzerò il plugin Smoothe operator che nasce come de-esser che consente un attenuazione su uno range di frequenze più ampio.

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Compressione/limiting di base

Questa compressione serve per limitare e contenere i picchi in modo musicale e trasparente. Consiglio l’utilizzo di compressori ottici come La2a, La3a oppure direttamente dei limiter (meno musicali ma che possono aiutare a raggiungere lo scopo).

Questo intervento ci consentirà di spingere la voce poi nel compressore tonale e sfruttare le colorazioni armoniche che ci offre.

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Equalizzazione correttiva

A questo punto mi occuperò di correggere la voce e fare in modo che le sue frequenze siano stabili, per questo posso usare un equalizzatore colorato e degli equalizzatori parametrici, dipende come sentiamo la voce.

Pulizia

In questo caso ho inserito un pro-q 3 per restituire la brillantezza dei 5mila e contenere i 500 ed i 2000 Hz

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Ed inserisco un Fresh Air per incrementare la parte alta: questo plugin è un mix tra un Pultec ed un Maag Eq.

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Compressione tonale

Con la compressione tonale cercheremo di aggiungere carattere al timbro vocale grazie alla saturazione generata dal dispositivo dinamico.

Un ottimo strumento che ci consente di ottenere un volume equilibrato ed una voce saturata è il compressore.

Sul mercato ne esistono svariati, in questo caso ci affidiamo ad un emulazione di un 1176, compressore FET che funziona in maniera egregia per il mix delle voci registrate in casa.

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Preamplificazione

Uno dei problemi del registrare voci in casa, risiede nel’impossibilità di utilizzare dei preamplificatori dedicati, nella maggior parte dei casi infatti, vengono usati quelli integrati nella scheda audio. In questo modo si riducono i costi ma ne risente la qualità delle voci che risultano più “fredde” e “innaturali”.

In nostro aiuto vengono delle simulazioni di preamplificatori come il neve 1073 prodotto dalla arturia. 

Grazie ai suoi filtri è possibile modellare il carattere delle voci, in questo caso però abbiamo semplicemente “spinto” il volume in ingresso per ottenere un sound più crispy.

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Mandate

Creare una mandata significa duplicare il segnale della voce e utilizzare il clone per il processamento specifico, infatti nel canale di mandata dovremo ascoltare solo l’effetto “bagnato” al 100% (wet)

Tipicamente vengono aggiunti dei delay e riverberi ma possiamo benissimo introdurre saturazione, apertura stereofonica, incrementare la dinamica e molto altro ancora.

In questo specifico caso ci occuperemo di creare 2 mandate, la prima per il riverbero.

Questo riverbero “room” serve per colmare il gap tra una voce registrata in casa ed una in studio di registrazione fornendo un senso di tridimensionalità ed una sonorità più “pop”.

vu-meter-gain-staging-mastering
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Ecco il risultato della voce con l’aggiunta delle mandate di riverbero e delay.

Il bus finale – Canale Gruppo

In questo canale gruppo inseriremo la voce e gli effetti e daremo l’ultima aggiustata in termini di frequenze e compressione (se necessario).

In questo caso specifico ho utilizzato un Pultec style plugin (qualsiasi plugin va bene) per aumentare gli estremi di banda: basse ed alte frequenze.

In questo modo ho ottenuto maggiore brillantezza e un pò di presenza.

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Ora ci possiamo ritenere soddisfatti: di cose da fare ce ne sarebbero ancora e sicuramente i margini di miglioramenti sono ampi.

Per poter applicare metodi di processamento avanzati del segnale è necessario conoscere parametri del suono  che non possiamo trattare in questo articolo.

Ti consiglio vivamente di frequentare il corso di mixaggio e mastering audio per studiare a fondo questi concetti ed ottenere dei risultati ancora superiori a quelli di oggi.

Scarica gratuitamente la checklist per mixare le tue voci

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Cos’è il Gain staging e come può migliorare i tuoi mix https://produzionehiphop.com/blog/cose-il-gain-staging-e-come-puo-migliorare-i-tuoi-mix.html Tue, 22 Mar 2022 20:59:48 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=212385 Il gain staging è una somma di processi che porterà il tuo mix al livello successivo, entro la fine di questo articolo, avrai una migliore comprensione del processo di gain staging e di come utilizzarlo per aumentare la qualità dei tuoi mix e mastering.

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Cos’è il Gain staging e come può migliorare i tuoi mix

Cos’è il Gain staging e come può migliorare i tuoi mix

C’è una componente cruciale del mixaggio che spesso viene trascurata dai produttori e tecnici del suono: stiamo parlando del gain staging.

Il gain staging è una somma di processi che porterà il tuo mix al livello successivo, entro la fine di questo articolo, avrai una migliore comprensione del processo di gain staging e di come utilizzarlo per aumentare la qualità dei tuoi mix e mastering.

Pronto?

Si parte….

I concetti visti durante questo articolo potranno essere applicati anche per altri software di correct pitch come flex pitch di Logic Pro, newton di FL Studio etc.

Pronto?

Si parte…….

Cos’è il Gain staging?

Il Gain staging consente di portare il livello di un segnale ad un volume adeguato per consentire ai processori di segnale che utilizzi (compressori, channel strip etc.) di lavorare nel modo corretto: senza introdurre rumore di fondo ne saturazioni al segnale.

Grazie al gain staging potrai far in modo che i tuoi plugins lavorino in modo sano ed equilibrato, potremmo dire “nel punto giusto!

Gain staging VS volume

È meglio pensare al gain staging e al volume come due facce della stessa medaglia. Il gain staging si riferisce alla potenza di un segnale che entra in un dispositivo, mentre il volume si riferisce alla potenza che lascia quel dispositivo (segnale in uscita).

Per questo motivo è possibile (si fa appositamente) utilizzare il gain staging per aumentare il volume di un segnale in ingresso per saturare e sovraccaricare un suono, per scaldarlo e arricchirlo di armoniche e avere comunque un segnale sano in uscita: ti basta controllare l’output per mantenere il tuo gain staging corretto.

Il volume analogico ed il volume digitale

Dovresti essere consapevole del fatto che i sistemi digitali e analogici misurano l’audio in modo differente: nella tua DAW (FL Studio, Logic Pro, Ableton), il volume viene misurato in dBfs mentre nel dominio analogico troviamo i VU ed altri valori.

Ricordati che lo 0 digitale (il famoso clipping) nel mondo analogico corrisponde circa a -18dB.

È importante tenere a mente che il -18 varia da dispositivo a dispositivo, nel manuale del plugin piuttosto che dell’hardware potrai trovare il valore (o i valori) in cui il segnale raggiunge la saturazione

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La prova dell’importanza del Gain Staging

Se fino ad oggi sei stato convinto che bastasse lavorare sotto gli 0dB (mi auguro non sopra), da oggi sai che non basta.

Proviamo a prendere un segnale e metterlo a -5dB, ora passiamolo dentro ad un pitcher (si hai letto bene, un plugin di pitch!) e controlliamo le armoniche che si generano.

Come puoi notare a partire dai 1000Hz creati dall’oscillatore si generano 3 armoniche: si stà verificando saturazione!

L’Unity Gain

Un ultimo concetto da comprendere è il termine Unity Gain che si riferisce a quando un dispositivo come un fader o un controller di livello non riduce ne incrementa il volume del segnale in ingresso.

L’unity gain si ottiene quando il volume in uscita è uguale al volume di ingresso.

Puoi controllare se la tua traccia è in unity gain accendendo e spegnendo il processore (compressore, eq etc.) e controllando che il volume di uscita non cambia: se per esempio stai comprimendo una cassa ed il volume diminuisce, sai di non aver raggiunto l’unity gain.

Questo è uno dei principi più importanti del Gain staging”
Questo perché i segnali più forti suoneranno sempre meglio all’orecchio umano. Non importa chi sei o quanto il tuo orecchio sia allenato. Dovresti sempre cercare di ottenere un guadagno unitario per valutare correttamente ed in modo imparziale se qualsiasi effetto o processore che stai aggiungendo stia migliorando il tuo segnale audio o meno.

La soluzione facile al Gain Staging

Analisi del Gain staging

Ora che abbiamo parlato di come il gain staging funziona possiamo vedere come applicarlo.

Esistono 2 tecniche:

  • La prima consiste nell’inserire un VU meter sul master (settarlo a -18dBfs) e fare in modo che tutti gli strumenti in SOLO raggiungano all’incirca lo O.

Nel caso in cui questo non avvenga bisogna alzare o abbassare il volume dello strumento prima che venga processato, nella regione audio oppure con un plugin di gain in alto nella catena del mixer (primo insert)

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  • La seconda tecnica è molto più semplice e veloce e anche se meno precisa della prima, consente di raggiungere lo scopo che ci stiamo prefissando (quello di entrare nel mixer e far lavorare i plugin senza che essi generino saturazioni incontrollate). Questa tecnica consiste nel riprodurre l’intero mix nella parte del ritornello (o dove ci sono più strumenti), con tutti i fader a 0 e controllare che il volume (sempre nel VU meter) vada circa sugli 0 VU (se in alcuni frangenti eccede di poco non succede nulla di grave).

Puoi anche non utilizzare il VU meter e controllare il volume sul meter del mastering, in questo caso come riferimento dovremmo attestarci tra i -6 ed i -12dB (meglio più bassi che più alti).

Correzione dei problemi di gain staging

Come spiegato poco fa, è fondamentale modificare il volume prima di entrare nel mixer. altrimenti se abbasserai il fader del volume la modifica sarà quasi totalmente inutile perché non farai altro che abbassare il volume di un segnale “sbagliato”.

Il percorso di un mixer è sempre a scendere, dall’alto verso il basso, quindi bisogna abbassare il volume prima di mettere qualsiasi processore.

Per fare questo puoi abbassare il volume delle regioni, oppure puoi inserire un trim-gain come primo plugin per le tracce da sistemare oppure puoi utilizzare il gain presente nel mixer di software come logic pro, cubase etc. l’importante è prima di entrare nel mixer.

Ha senso fare gain staging con i sistemi audio odierni?

La saturazione è cardine delle registrazioni quindi entrare forte nei processori e poi uscire piano consente di “sfruttare” le macchine e far sì che restituiscano un suono credibile.

Nei paragrafi precedenti abbiamo accennato al fatto che il gain staging consente di gestire i segnali in ingresso mentre il volume in uscita.

Per questo motivo entrare in saturazione in una console (o simulazione) non è sbagliato, anzi negli studi professionali di tutto il mondo si satura (e anche molto).

Per questo motivo il suggerimento è quello innanzitutto di studiare e conoscere le macchine che utilizzi (siano essi plugin della oppure analogiche) e sfruttare la colorazione delle stesse lavorando con livelli di ingresso alti.

Però rimane importante mantenere il livello dei segnali del mixer bassi per fare in modo che lavori tutto bene e che non si creino delle distorsioni incontrollate

“si consiglia di utilizzare questi tool su materiale sonoro secondario come sovra incisioni, doppie voci”

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Come utilizzare melodyne per voci intonate alla perfezione: trucchi, strategie e suggerimenti https://produzionehiphop.com/blog/come-utilizzare-melodyne-per-voci-intonate-alla-perfezione-trucchi-strategie-e-suggerimenti.html Mon, 07 Mar 2022 09:43:10 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=212331 In questo articolo ti spiegherò passo a passo come intonare la voce di un cantante con il software Celemony Melodyne.

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Come utilizzare melodyne per voci intonate alla perfezione: trucchi, strategie e suggerimenti

Il potente software di Melodyne

In questo articolo ti spiegherò passo a passo come intonare la voce di un cantante con il software Celemony Melodyne. Ti insegnerò ad intonare qualsiasi voce in modo abbastanza veloce e ti spiegherò come ottenere un effetto naturale e professionale per poter mixare al meglio i tuoi brani.

I concetti visti durante questo articolo potranno essere applicati anche per altri software di correct pitch come flex pitch di Logic Pro, newton di FL Studio etc.

Pronto?

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Cos’è Melodyne?

Melodyne è probabilmente il software più utilizzato al mondo per la correzione dell’intonazione di voci e strumenti musicali. Il software è prodotto da Celemony, azienda tedesca che si occupa del suo sviluppo fin dagli anni 2000.

Come funziona?

Melodyne è uno strumento digitale che consente di intervenire “manualmente” su ogni parola, consonante e vocale di una voce registrata, con L’obiettivo finale di correggere eventuali sbavature ed incorrettezze attraverso le modifiche di pitch, pitch drift etc.

Le versioni di Melodyne e dove scaricarlo gratis

Se non possiedi melodyne non ti preoccupare, lo puoi provare per 30 giorni gratuitamente nella versione studio (la più completa) e provare le tecniche che stò per spiegarti all’interno di questo articolo.

Esistono 4 versioni del software, in ordine di funzionalità troviamo: Melodyne essential, Melodyne assistant, Melodyne editor e Melodyne studio, sul sito web celemony è possibile leggere la tabella comparativa con le funzionalità.

Una volta scaricato come inserisco Melodyne nel programma?

Dopo aver installato la versione compatibile con il tuo software:

  • FL Studio, Cubase, Reaper, Studio One (VST-VST3)
  • Logic Pro (AU)
  • Pro Tool (RTAS, AAX)

Ti basterà inserire nella sezione effetti del mixer il programma come nella immagine che segue.

Dopo aver inserito il plugin è necessario cliccare su “transfer” nella parte superiore del software e riprodurre la voce da modificare.

L’algoritmo giusto per le voci

Il software Melodyne consente di modificare il pitch di strumenti di diverse tipologie: chitarre, bassi, pianoforti, ritmiche e per l’appunto le voci.

Per intervenire al meglio sulle voci ti consiglio di attivare tramite il menù “algoritm” la funzione “melodic” pensata appositamente per strumenti monofonici.

Gli strumenti monofonici sono tutti gli strumenti musicali che riproducono delle note in successione (melodie), gli strumenti polifonici sono invece gli strumenti musicali che suonano anche delle note sovrapposte (accordi, bicordi etc.).

Qual’è la tonalità giusta da impostare in melodyne?

Melodyne, come detto in precedenza, è un potente programma di pitch e come tale agisce sul materiale sonoro tramite l’uso (e la modifica) di note musicali.

Nella maggior parte dei brani pop moderni, hip hop etc. viene scelta una tonalità che perdura per l’intero brano: difficilmente si hanno brani con tonalità che variano nelle sezioni del brano (eccetto rarissimi casi).

Quindi la tonalità del cantante è determinata dalla tonalità della base musicale:

  • Se la base musicale è prodotta da te ti basterà selezionare la tonalità.
  • Se la base musicale non è prodotta da te bisogna individuarla.

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Durante il corso di arrangiamento e composizione insegniamo ad individuare tonalità di brani, basi e sample editi, in alternativa, se non conosci le scale o semplicemente non sei in grado di riconoscere ad orecchio le tonalità di sample e basi musicali, puoi tranquillamente usare degli strumenti automatici (non affidabili al 100% ma utili) come il sito Web “TuneBat che fornisce la tonalità di una base musicale semplicemente trascinando il file audio all’interno di una pagina dedicata.

Come impostare la tonalità in Melodyne

Una volta individuata la tonalità, bisogna posizionare il cursore nella parte sinistra di melodyne e selezionare la nota corrispondente, si aprirà un menù a tendina dal quale poter selezionare la tipologia di scala (maggiore o minore) e la nota corrispondente.

Correzione automatica della voce

Sebbene Melodyne sia un software che permette di intonare la voce in modo customizzato e dettagliato, ed è questo il suo punto di forza, il software propone una serie di tool che agiscono in modo “computerizzato” ed automatico.

I Tool “automatici” si trovano nella sezione chiamata “correct pitch macro”, che consente di accedere ad un pannello dedicato con due slider e la tonalità flaggabile.

“si consiglia di utilizzare questi tool su materiale sonoro secondario come sovra incisioni, doppie voci”
1 – Pitch drift e pitch center consentono di centrare il pitch di tutte le note per farle suonare senza l’utilizzo dei centesimi.

Con questa funzione vengono esclusi i centesimi dalla performance e tutte le note suoneranno perfettamente su toni e semitoni.

Ricordiamoci che una buona voce non per forza deve suonare con pitch “perfetto”, in natura non può esistere una voce simile e quindi non è credibile.
2 – Snap to “x scale Maj o min”

Con questa funzione le note che non suonano in una di quelle che fanno parte della tonalità selezionata vengono spostate alle note più vicine che ne fanno parte: se per esempio nella voce è presente una parola che è in F# e ci troviamo in tonalità di Do maggiore, Melodyne sposterà automaticamente per noi questa nota sul Sol oppure sul Fa portandola in tonalità.

Avere tutte le note in tonalità non è sinonimo di “voce intonata che suona bene”, capita che delle note che sono in tonalità suonano meno bene di note che non lo sono, per questo l’orecchio è un indicatore fondamentale da anteporre alla perfezione del software.

Come intonare la voce con Melodyne

Tutto ciò che devi fare ora per intonare la voce è spostare manualmente le parole, consonanti e vocali usando come riferimento la tonalità del brano.

Se per esempio siamo in Do maggiore: tonalità che prevede il solo utilizzo di tasti bianchi, potrai tranquillamente spostare le note della voce su tutti i tasti bianchi disponibili.

Questo metodo ti dà la sicurezza di rimanere sempre in tonalità ma nessuno ti vieta, con il tempo e l’esperienza di valutare note non appartenenti alla tonalità.

Per intonare correttamente la voce ti consiglio di usare come riferimento non solo la tonalità della canzone ma anche gli accordi e le melodie della base musicale: se per esempio ho un accordo di sol minore (che è la quinta della tonalità di Do) e sono in dubbio se spostare la nota su un Sol o su di un Fa molto probabilmente il Sol si sposerà meglio con la melodia sottostante.

Allo stesso modo se ho una seconda voce potrei scegliere delle note piuttosto che altre in funzione della voce principale. Le quinte stanno benissimo, oppure le ottave (sia superiori che inferiori).

Se sei alle prime armi e non hai competenze musicali di alcun tipo ti basterà spostare le note solo nelle linee bianche di melodyne, che si generano quando selezioniamo la tonalità del brano.

I tools di Melodyne

Nella parte superiore di Melodyne – Toolbar sono presenti dei tool, grazie ai quali è possibile intervenire sull’intonazione della voce ed altri parametri importanti.
Main Tool: consente di selezionare le note singole, gruppi di note e spostarle di pitch.
Pitch Tool: come il primo consente di modificare il pitch delle note, la differenza è che risponde meglio quando ci troviamo in situazioni di zoom in cui le note sono piccole.
Formant tool: agisce sulla formante del suono e può essere utile per modificare un suono quando si apportano grandi cambiamenti di intonazione.
Time Tool: consente di modificare lo stretch, ovvero di allungare ed accorciare una parte. Questa funzione è utile quando si vogliono modificare le durate di doppie e sovraincisioni per farle coincidere con le voci principali o con altre voci secondarie.
Note separation tool: consente di suddividere una nota in due o più parti. Questo tool è comodo quando si vuole modificare il pitch di una parola più lunga in modo separato.

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I migliori plugins per mixare le voci https://produzionehiphop.com/blog/i-migliori-plugins-per-mixare-le-voci.html Tue, 01 Mar 2022 15:49:40 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=212281 Quali sono i migliori plugins per mixare le voci? Noi di Produzione Hip Hop abbiamo cercato di dare una risposta elencando delle soluzioni che possono esserti utili!

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I migliori plugins per mixare le voci

Quali Plugins sono davvero utili per mixare voci?

Come saprai negli ultimi anni i plugins a disposizione per mixare le voci sono aumentati, l’offerta è sempre più ampia:

Ma quali sono i migliori plugins per mixare le voci?

Noi di Produzione Hip Hop abbiamo cercato di dare una risposta elencando delle soluzioni che possono esserti utili per la realizzazione di mixing e mastering professionali di voci hip hop e pop.

Per studiare ed approfondire i parametri del suono e diventare un fonico professionista ti consigliamo di dare un occhio al corso di mixaggio e mastering.

Plugins All-in-one

Per plugins all-in-one intendiamo i plugins che consentono di gestire in un unico “spazio” vari parametri del suono: frequenze, dinamiche, spazialità, saturazione etc.

Per mixare le voci i migliori plugins in tal senso sono Cla Vocals e Izotope Nectar.

Cla Vocals

Snare_produzione
PRO:

– Plugin velocissimo da impostare
– Ottimo per fare tracking perchè non è pesante

CONTRO:

– introduce del rumore di fondo, specialmente con compressioni accentuate
– la parte di compressione è abbastanza scadente
– il riverbero anche settato al minimo può essere invadente

Izotope Nectar

Snare_produzione
PRO:

– Ottima la parte di saturazione
– Disponde di funzione che consente di mixare le voci in automatico

CONTRO:

– Non è leggerissimo come plugin
– Riverbero scadente
– In alcuni casi troppo invasivo

Questi plugin sono consigliati per il tracking o per realizzare delle demo. Il Cla Vocals introduce un rumore di fondo importante e può rovinare gli equilibri del mix se non gestito bene.

Plugins per la correzzione del pitch

Auto-Tune

In questa categoria di plugins per mixare la voce troviamo sicuramente i vari auto-tune (sia di Antares che di waves e altre software house come Slate digital) che melodyne, leader del settore e difficilmente battibile quando si intende effettuare delle correzioni di pitch manuali.
Di seguito puoi guardare la diretta dove spiego il funzionamento di Waves-Tune Real Time.
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Melodyne

PRO:

– Applicazione che funziona anche in standalone mode
– Ha tutti i parametri di pitch necessari per il correct pitch di voci

CONTRO:

– Se non usato con l’ARA system bisogna registrarsi tutta la performance vocale
– Se non usato con l’ARA system bisogna fare bounce in place prima di continuare con l’editing sulla regione

Plugins per la gestione dinamica

In questa categoria di strumenti troviamo dei plugins che hanno l’obiettivo di linearizzare la voce contenendo i primi picchi e facendo si che non ci siano variazioni di volume tra una sezione e l’altra (strofa, ritornello etc.)

La2a

PRO:

– Plugin (specialemente il Silver di UAD) molto trasparente

– Fantastico plugin per livellare le voci, anche nel gruppo

CONTRO:

– Solitamente non ci sono i parametri di attack e release (anche se sappiamo essere una sua caratteristica)
– Essendo abbastanza lento come risposta, su picchi stretti a volte non funziona benissimo

Limiter L1-L2 Waves

PRO:

– Ideale per stoppare i picchi prima di entrare in un compressore “tonificante”
– Lavorando con ratio 100 consente di impostare in modo scientifico il picco massimo della voce

CONTRO:

– Con compressioni superiori a 4 dB si va in saturazione (si consiglia di alzare la release o procedere con altre soluzioni)

Corso di Tecnico Audio

Iscriviti al corso di Mixaggio e Mastering per imparare a mixare voci e strumenti in modo professionale

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Plugins per la gestione delle frequenze

In questo caso troviamo l’indiscutibile re degli equalizzatori, quello della Fab Filter; azienda che produce anche un multibanda davvero fantastico: il Pro-MB.

Fab Filter Pro-Q

PRO:

– Plugin polivalente, molto facile da usare
– Con la “Cuffietta” è più facile riconoscere e pulire voci da risonanze indesiderate
– Ottimo per pulire il side di doppie voci, riverberi, delay etc.

CONTRO:

– A fase lineare consuma molte risorse

– Fin troppo digitale, escluse prime fasi di pulizia si consigliano altri equalizzatori (artistici per colorare)

Fab Filter pro-mb

PRO:

– Ottimo per ridurre il suono nasale e le basse della voce
– Controllo dettagliato dei parametri dinamici per ogni banda
– Funzione Lookahead che consente di renderlo più trasparente

CONTRO:

– Gestione della larghezza banda scomoda

Equalizzatori colorati

Per equalizzatori colorati si intendono eq semi-parametrici che consentono di intervenire sul suono in modo più naturale e musicale, in questa lista troviamo sicuramente il pultec, il maag eq.

Durante il corso di mixaggio e mastering approfondiamo le curve dei vari equalizzatori cercando di dare delle risposte esaustive sull’utilizzo di modelli differenti in situazioni di mix voci che variano da un cantante ad un altro. 

Fresh Air

PRO:

– Plugin Gratuito

– Unisce il colore del Maag Eq a Quello del Pultec

– Banda High Air ricorda i 40k del maag EQ

– Banda Mid Air ricorda il Pultec (un pò più aggressivo/moderno)

CONTRO:

– Farsi prendere la mano ed incrementare eccessivamente le alte frequenze (Si consiglia di pareggiare il volume trim in uscita dal processore)

Pultec

PRO:

– Musicale anche con parametri estremi
– Riesce molto bene a ridare corpo a voci radiofoniche carenti di basse e medio basse
– facile da utilizzare

CONTRO:

– Banda parecchio larga (anche se è una sua caratteristica)
– Se mal impostato nelle basse rischia di accentuare la zona più cartonata della voce

Plugins per gestione dinamica e tono

In questa categoria di plugins per mixare la voce mi sento di menzionare solo l’1176, non tanto perchè non ci siano altri plugin, al contrario, ma perchè l’1176 è un plugin che può funzionare su quasi tutte le voci.

1176

PRO:

– Fa quello che gli si dice, la voce rimane ferma e compatta anche con attacco medio

– La saturazione che gli introduce è musicale e piacevole all’ascolto

– Ci sono varie revisioni con circuitazione e caratteristiche distinte, consiglio l’hardware in revision D, quello della Universal Audio preferisco la revision A e in versione Waves il Bluey (è una scelta personale dopo anni di sperimentazione)

CONTRO:

– Super colorato, funziona male se si usa prima di pulire le voci da risonanze indesiderate

– I parametri di Attack e Release sono “rovesciati”

Ti chiedo scusa se non ho menzionato alcuni plugins e mi rendo conto che si possono ottenere dei mix di voce professionale usando anche plugins diversi da quelli citati: per questo motivo ti consiglio di partecipare la corso di mixaggio e mastering per imparare a mixare voci hip hop e trap senza più dipendere dal singolo plugin o processore.

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L’evoluzione della produzione hip hop https://produzionehiphop.com/blog/levoluzione-della-produzione-nellhip-hop.html Fri, 19 Nov 2021 17:16:38 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=211645 L'hip hop non inventa nulla ma reinventa tutto! Il genere hip hop nasce a new york, nel bronx, in un contesto sociale svantaggiato.

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L’evoluzione della produzione hip hop

L’hip hop non inventa nulla ma reinventa tutto!

Con questa frase che risuona nell’aria voglio raccontarti come secondo la mia esperienza e le testimonianze dirette degli artisti hip hop di successo il mondo della produzione hip hop si è evoluto fino al giorno d’oggi.

Storia dell’hip hop

Il genere hip hop nasce a new york, nel bronx, in un contesto sociale svantaggiato. Quello che doveva essere un quartiere di riscatto sociale e ricchezza si è trasformato in un luogo di emarginazione sociale e culturale.

In questo ambiente dove i ragazzi erano pervasi dalla noia e le uniche cose che consentivano di sentirsi parte di un movimento erano le gang di strada, nasce la musica hip hop.

I primi rapper erano dei vocalist, i primi produttori dei dj che per animare le feste utilizzavano giradischi e vinili creando dei mashup e remix “a mano”.

In che modo la tecnologia ha influenzato la musica hip hop?

Moog e Michael Jackson

Il sintetizzatore è il primo punto di rottura nel mondo della produzione hip hop perché ha permesso ai produttori di creare musica senza chiamare per forza degli strumentisti e seguire il percorso classico di produzione con una band musicale.

Nel caso non ne fossi a conoscenza, devi sapere che per synth (sintetizzatore in italiano) si fa riferimento agli strumenti elettronici in grado di generare dei suoni, artificiali oppure riprodurre suoni che esistono in natura.

Negli anni 60′ i sintetizzatori si sono sviluppati grazie all’avvento del cinema e del suo sviluppo audio visivo.

Moog è stato colui che ha portato il synth ad un livello più commerciale, grazie alle sue intuizioni vennero prodotti dei sintetizzatori facilmente accessibili “alla massa” portando degli strumenti semi-modulari che potevano essere utilizzati anche da hobbisti e semplici appassionati di musica.

Il sintetizzatore negli anni 80′ diviene di uso comune e artisti come michael jackson, producendo canzoni di successo con all’interno famosi presets, sdoganarono questo nuovo approccio di composizione musicale.

Da dj a Produttore

Lo strumento che più di tutti ha influenzato il mondo della produzione hip hop è il campionatore. Il campionatore venne realizzato da Roger Linn che aveva l’intenzione di creare una drum machine (è per questo motivo che ci sono dei pad sullo strumento).

Senza rendersene conto fece un grandissimo piacere ai dj hip hop e gli permise di creare della musica nuova partendo da brani e samples editi.

Il campionatore è lo strumento che consente di registrare ritmiche e melodie; di modificarle e risuonarle con disposizioni personalizzate andando così a produrre delle sequenze e strutture originali.

Snare_produzione

Afrika Bambata

Così come i sintetizzatori anche le drum machine hanno permesso di poter suonare senza possedere fisicamente lo strumento musicale, in questo caso la batteria.

Anche in questo caso prima di essere accettato, il suono della drum machine ha avuto bisogno di essere utilizzato all’interno di canzoni di successo, in particolar modo quelle di afrika bambata.

Tutti noi oggi apprezziamo il suono della roland 808 ma nel momento della sua release nel 1980 non venne benvista perché considerata troppo artificiale e dalle sonorità poco credibili.

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La Trap Music

Il movimento trap affonda le sue radici nella Miami Bass Music, musica anni 80′ di Miami che prevede l’utilizzo di suoni più elettronici che accompagnano le batteria della 808.

Il genere musical trap si è evoluto nei decenni e ha preso le influenze da varie regioni degli Stati Uniti, in particolar modo dal sud: Huston, New Orleans, Missisipi, Atlanta e appunto Miami.

Il momento in cui però il genere prende piede, con l’uscita nel 2002/2005 dei dischi di T.I, Young Jeezy, Gucci Mane Three Six maphia coincide con l’avvento del digitale e non a caso si pone nella scena come genere musicale in cui il tappeto sonoro è figlio dei computer e gli studi in casa.

L’avvento del digitale

Lo sviluppo della tecnologia ha consentito di realizzare dei computer con dei processori in grado di supportare software di produzione musicale: FL Studio, Logic Pro, Cubase etc. (in alcuni casi con nomi differenti da quelli che conosciamo oggi).

Questo sviluppo coincise con una grandissima crisi discografica che vide la chiusura di studi musicali di piccole e medie dimensioni per fare spazio all’home recording.

Non solo, questa crisi venne accentuata dalla pirateria e mette in ginocchio il sistema discografico che si chiedeva come potesse sopravvivere: fortunatamente vennero in soccorso iTunes e le piattaforme di streaming.

A livello di produzione musicale, il digitale ha cambiato le carte in tavola, produttori che precedentemente erano “costretti” ad acquistare attrezzature hardware di synth, drum machine, campionatori, si ritrovarono con la possibilità di produrre musica con un personal computer.

La produzione oggi

Al giorno d’oggi è possibile acquistare delle librerie di strumenti musicali campionati, che consentono quindi di utilizzare degli strumenti veri all’interno di un ambiente di lavoro virtuale/digitale.

La musica Trap è figlia del computer per quanto riguarda la produzione ed è stata parecchio influenzata dai software: le sue sonorità, più digitali ed elettroniche ne sono la conferma.

Quello che mi sento di dire è che: “la differenza in quest’epoca di digitalizzazione la fanno le persone non le macchine”.

Lo stesso sistema utilizzato da un producer multiplatino può tranquillamente essere disponibile per un adolescente che produce musica in casa propria.

Proprio per questo motivo ti consiglio di studiare tanto, diventare un esperto produttore per cercare di far valere le tue idee musicali: INFO CORSI!

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Il circolo delle quinte spiegato facile https://produzionehiphop.com/blog/il-circolo-delle-quinte-spiegato-facile.html Tue, 09 Nov 2021 18:20:23 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=211602 Come funziona il circolo delle quinte? Come si legge?
In questo articolo ti spiego come utilizzare il circolo delle quinte per produrre e scrivere canzoni in modo più semplice e veloce.

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Il circolo delle quinte spiegato facile

Introduzione

Come funziona il circolo delle quinte? Come si legge?

In questo articolo ti spiego come utilizzare il circolo delle quinte per produrre e scrivere canzoni in modo più semplice e veloce.

Cos’è il circolo delle quinte?

Il circolo delle quinte viene rappresentato con un diagramma.

All’interno del digramma sono disposte le 12 note che compongono il sistema musicale: Do – Do# – Re – Re# – Mi – Fa etc.

Le note sono disposte in senso orario con salto di cinque gradi:

DO + 5 = SOL

SOL + 5 = RE

RE + 5 = LA

Questo calcolo è studiato appositamente e consente di trovare la tonalità più vicina (quella che ha più note in comune):

Ricordiamoci che la chiave di DO si compone di note bianche (C D E F G A B C) – non ci sono bemolle o diesis.

A destra di DO c’è SOL: La chiave di SOL major ha un diesis. Ciò significa che c’è solo una nota diversa tra la chiave di DO e SOL.

Allo stesso modo se guardiamo a sinistra di DO vediamo FA.

La chiave di FA major ha un bemolle, quindi anche in questo caso ha solo una nota diversa dalla tonalità di DO.

Circolo delle Quinte

Snare_produzione

Come si legge…

Il circolo delle quinte si può leggere sia in senso orario che in senso anti orario.

Solitamente viene letto in senso orario ma non ci sono particolari vincoli.

Nella foto in alto è possibile notare due anelli:

Nell’anello interno del circolo delle quinte si trovano le tonalità minori (simboleggiate con “m” affianco la nota”)

Nella parte esterna invece si trovano le tonalità maggiori.

Perchè il circolo delle quinte è così importante?

Il circolo delle quinte è uno strumento che nasce per semplificare sia la lettura che lo studio delle tonalità musicali.

È davvero efficace nello studio delle tonalità: per esempio se volessimo sapere quante alterazioni presenta una scala, sarà più facile risalire con il diagramma rispetto al calcolo di tono e semitoni.

Anche durante la composizione musicale può aiutarci:

in alcune situazioni potrebbe capitarti di voler provare qualcosa di diverso rispetto a ciò che stai scrivendo, il circolo delle quinte ti consente di provare tonalità vicine a quella in cui ti trovi senza dover snaturare troppo la composizione.

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È possibile cambiare tonalità all’interno di un brano?

Si può fare ma è sconsigliato cambiare la tonalità all’interno di un brano.

È una cosa rara e spesso non funziona, a meno che si tratti di un mashup o mix di più brani.

Quello che può funzionare è una variazione di progressione di accordi.

Esempio: scrivere I – V – VI – II nella strofa e nel ritornello V – III – IV – II piuttosto che lo special etc.

Altra cosa che funziona è il salto di ottava: utilizzare le stesse note ma un ottava sopra.

Se comunque sei intenzionato a sperimentare (perché no), ti suggerisco di usare una tonalità vicina che abbia 1/2 variazioni in chiave in modo che il cambio non sia troppo fastidioso all’ascolto.

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Come produrre una melodia con l’arpeggio https://produzionehiphop.com/blog/come-produrre-una-melodia-con-larpeggio-2.html Wed, 27 Oct 2021 09:04:40 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=211597 In questo articolo ti illustrerò come creare delle melodie utilizzando la tecnica dell'arpeggio: creeremo insieme degli arpeggi davvero interessanti!

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Come produrre una melodia con l’arpeggio

Introduzione

Cosa fa un arpeggio? Come si crea? Come si possono creare delle melodie interessanti con questa tecnica di composizione?

In questo articolo ti illustrerò come creare delle melodie utilizzando la tecnica dell’arpeggio: creeremo insieme degli arpeggi “a mano” all’interno dell’editor dei tasti e successivamente utilizzeremo l’arpeggiatore nativo di FL Studio.

Cos’è un arpeggiatore?

L’arpeggiatore è uno strumento di sintesi che utilizza dati midi o tensioni di controllo di pitch per scorrere tra una serie di note. Gli arpeggiatori prendono il nome dall’arpeggio, un fenomeno applicabile tramite la teoria musicale in cui le note di un accordo vengono suonate in sequenza anziché simultaneamente.

Armonia vs arpeggio

Snare_produzione

Come si crea un arpeggio?

Un arpeggio si costruisce suonando delle note in sequenza, solitamente si utilizzano le note di un accordo (1-3-5). Questa tecnica è particolarmente efficace nel momento in cui sei alla ricerca di una melodia che abbia più “groove” e ritmo rispetto ad una progressione di accordi in sustain.

Costruiamo una progressione di accordi

Ora scriviamo una progressione di accordi e poi sviluppiamola fino a creare l’arpeggio.

Per fare questo esempio utilizziamo la scala di “DO minore Armonico” una scala molto bella che ha delle sonorità latine, per certi versi simili a quelle di Travis Scott e tanti altri.

Di seguito la scala di DO minore armonico con tutti i gradi della scala riportati (lo schema è da leggere in orizzontale mi raccomando).

Scala di do minore armonico

Partendo da questo specchietto andiamo a costruire una progressione di accordi: IIVVIIV.

È molto semplice, quando trovi scritto “I” (primo grado), non dovrai far altro che suonare le note contrassegnate in blu (1-3-5):

Accordo I = Do – Re# – Sol

Accordo IV = Fa – Sol# – Do

Accordo VII = Si – Re – Fa

Accordo V = Sol – Si – Re

Per correttezza tengo a precisare che l’accordo è stato scritto a parti strette, spostando le note in modo tale che non ci sia troppo divario tra la nota più bassa e quella più acuta della progressione.

Scala di do minore armonico

Costruiamo un arpeggio

Trovata la progressione di accordi che ci piace passiamo alla costruzione dell’arpeggio, tutto ciò che dobbiamo fare è prendere le note degli accordi e distribuirle di modo che compongano una melodia.

NB: la durata delle note può variare, nell’esempio sono stati utilizzati dei quarti perché il brano è veloce 147 BPM ma puoi benissimo usare degli ottavi etc.

Scala di do minore armonico

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Sviluppare l’arpeggio

Nei paragrafo precedenti ti ho suggerito di prendere le note degli accordi e suonarle in sequenza per creare l’arpeggio.

Bene!

Se ci hai fatto caso però le note degli accordi sono 3 mentre quelle dell’arpeggio sono 4.

Ho deciso di scrivere 4 note semplicemente per completare le misure senza lasciare degli spazi vuoti. Quello che mi interessa ora è spiegarti che note utilizzare come quarta.

Nell’arpeggio scritto insieme la quarta nota dell’arpeggio corrisponde esattamente alla prima nota suonata un ottava sopra.

Sappi che puoi tranquillamente usare altre note e non per forza dell’accordo. Personalmente ti consiglio di sperimentare il più possibile cercando di seguire il tuo gusto musicale.

Un pattern che sicuramente funziona (te lo faccio ascoltare tra poco) lo puoi scrivere andando a copiare nella quarta nota dell’arpeggio la seconda nota (ovvero il 3) in questo modo:

Scala di do minore armonico

Gli arpeggiatori

Ora che sai come si scrive un arpeggio ti sarà molto più semplice capire il funzionamento di un arpeggiatore.

In questo specifico esempio utilizziamo quello di FL Studio (va bene anche quello di Logic Pro, Cubase, piuttosto che nei vari synth).

In FL Studio l’arpeggiatore lo puoi richiamare nelle impostazioni del canale, dove si cambia il pitch, la nota, la polifonia etc. e la cosa interessante è che lo puoi attivare su qualsiasi sample e sintetizzatore.

Funzioni dell’arpeggiatore di FL Studio

TIME: con questo parametro è possibile modificare la velocità della sequenza. per impostarlo a tempo devi cliccare sul knob con il tasto destro del mouse e dal menù a tendina schiacciare su “set”.

Ruotando il pomello “time” contornato di arancione invece lo puoi regolare senza quantizzazione con la possibilità di sperimentare degli effetti di swing.

GATE: parametro che consente di modificare il decay e la release del suono. Un gate basso vorrà dire “nota corta” e viceversa. Davvero consigliato per creare degli effetti di pluck e staccato.

SIMBOLI IN ALTO: up, down. random etc definiscono la variazione del pattern, se le note salgono o scendono. Fondamentale per regolare la sensazione di tensione e soluzione della sequenza.

SLIDE: ottimo per degli effetti di stop, davvero consigliato come layering.

CHORD: nel caso in cui suono gli accordi, conviene lasciarlo su auto (sustain) oppure none, altrimenti si possono scegliere tipologie di chord differenti (sconsigliato)

Risultato finale

Nell’arpeggio che ti ho fatto ascoltare ad inizio articolo è stato utilizzato il preset “dream Bell” del sintetizzatore “sytrus” con la sequenza di accordi che abbiamo costruito prima impostando l’arpeggiatore come nell’immagine che segue (BPM del progetto sempre 147)

Per studiare tecniche di produzione avanzate ti consiglio di partecipare al corso di composizione. All’interno del corso potrai imparerai tutti i segreti dell’arrangiamento e la composizione musicale applicata su sfotware.

CORSO DI PRODUZIONE

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Come produrre uno snare efficace https://produzionehiphop.com/blog/come-produrre-uno-snare-efficace.html Mon, 11 Oct 2021 19:47:49 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=211356 Come si produce un suono di snare professionale? Come si produce uno snare per "far muovere la testa" a chi ascolta la nostra produzione musicale?

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Come produrre uno snare efficace

Introduzione

Come si produce un suono di snare professionale? Come si produce uno snare per “far muovere la testa” a chi ascolta la nostra produzione musicale?

Il suono di snare, in italiano detto rullante, è lo strumento ritmico utilizzato all’interno di una base musicale hip hop come risposta al kick (cassa).

Può essere anche utilizzato per creare dei fills: variazioni ritmiche poste alla fine di una sezione del brano per annunciare quella successiva.

Negli ultimi anni lo snare è stato impiegato anche per la realizzazione di rolls: suoni ravvicinati (in sedicesimi ed oltre) utilizzati in particolar modo nella trap music.

Differenze tra snare analogico e digitale

Il suono di rullante acustico viene generato da uno strumento a percussione che produce il suono quando la pelle viene colpita con una bacchetta.

Le variazioni di timbro di questo suono dipendono dalle dimensioni del tamburo, da quanto la pelle viene tirata, dal tipo di bacchetta utilizzata per suonare….

Negli anni 70/80′ furono immessi nel mercato degli strumenti in grado di produrre dei suoni batteria: le drum machine. Inizialmente queste tipologie di strumenti non furono accolte con entusiasmo perché i suoni sono spesso irrealistici e si discostano dal sound di una “batteria vera”.

Alcuni producer come Afrika Bambata abbracciarono invece il cambiamento ed iniziarono a proporre macchine come la roland 808 all’interno delle proprie produzioni. Ti consiglio di leggere l’articolo dedicato in cui viene spiegata la storia e l’evoluzione della roland 808.

La produzione di uno snare professionale

Le basi

Lo snare viene suonato come risposta al kick per creare il classico effetto di “Bum – Cha”. In base alla velocità del nostro brano e a come vogliamo che il groove si senta, possiamo impostare lo snare. Il consiglio è quello di usare l’orecchio ed affidarsi alla griglia del software per creare uno snare che sia a tempo.

Tipico pattern di snare con BPM superiori ai 100/120.

Snare_produzione

Tipico pattern di snare con BPM inferiori ai 100/120.

Snare_produzione

Nelle foto precedenti troviamo due pattern di snare classici e semplici che possono essere un buon punto di partenza per poi creare delle variazioni come nell’immagine che segue.

Snare_produzione

Come Scegliere il suono di snare

In questa fase cercheremo un suono che abbia le caratteristiche che vadano ad esaltare la nostra idea musicale. Ecco alcune domande da porsi durante la scelta del suono di snare:

Voglio un suono acustico o elettronico?

Voglio produrre una base musicale di che genere?

Voglio un suono spazioso o stretto?

La mia base musicale voglio che sia aggressiva?

Rispondendo a queste domande potremo facilmente individuare il suono più adatto. Se vogliamo produrre una base aggressiva probabilmente funzionerà un suono con un attacco accentuato. Se voglio un suono acustico dovrò ricercarlo nelle librerie giuste, se la base che ho in mentre di produrre è più conscious probabilmente funzionerà un suono riverberato o con una lunga coda. 

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Come produrre uno snare realistico

Partiamo dal presupposto che quando una persona suona lo snare con la proprie mani non potrà mai suonare lo strumento con la stessa intensità per due volte, teniamo anche in conto che non potrà mai suonarlo a tempo al millesimo (almeno non quanto si può quantizzare nel software).

Per ricreare nel software uno snare realistico possiamo semplicemente utilizzare la velocity, la squantizzazione ed il Layering.

La Velocity

La velocity ti consente di modificare l’intensità dello snare, ovvero il suo volume. Nel caso di snare presi da vsti più professionali questo parametro inciderà anche sul timbro (attacco, riverbero etc.).

I parametri di velocity variano da 1 a 127, dove 1 stà per intensità minima e 127 per massima. Questo parametro spostato di poco può già restituire un esecuzione più naturale (vedi immagine sotto).

Nel caso di Snare rolls è tipico modificare il valore di velocity di molto per creare degli effetti di salita e discesa di volume.

La squantizzazione

Se è vero che dobbiamo creare delle basi musicali che vadano a tempo è anche vero che nel mondo della musica suonata dal vivo non esistono delle griglie perché non siamo dei robot.

Squantizzando ti renderai conto che la base musicale, in particolar modo la ritmica, suonerà più naturale e ti piacerà molto di più.

Ogni software ha le sue specifiche, per farlo manualmente ti basterà disattivare lo snap di modo che tu possa spostare le note liberamente sopra la griglia.

Il layering

Possiamo definirla come la tecnica per sovrapporre più suoni. Questa tecnica ci consente non solo di rinforzare lo snare ma di farlo diventare completo a livello di sound.

Durante il layering non farai altro che duplicare la sequenza di snare su un suono differente. Il consiglio è quello di scegliere uno snare che completi quello esistente:

Se ho una snare chiuso posso layerizzarlo con snare con alte frequenze accentuate o del riverbero

Se ho uno snare a cui manca la pacca posso sovrapporne uno stretto con molto attacco

Se ho uno snare molto digitale ed irrealistico posso sovrapporne uno campionato vero

Se ho uno snare aperto posso inserirne uno con molte basse frequenze

– E così via…

Ci tengo a precisare che in questa tecnica gioca molto l’esperienza e la creatività, il saper leggere un contesto acustico audio ed interpretarlo nel migliore dei modi. Si possono applicare anche 5 layering se necessario, l’importante è non sovrapporre strumenti simili, in tal caso rischiamo problemi di fase e non apportiamo un vero valore aggiunto se non un incremento di volume, applicabile semplicemente con un gain.

Per studiare tecniche di produzione avanzate ti consiglio di partecipare al corso di beatmaking hip hop. All’interno del corso potrai imparare come realizzare snare con effetti speciali e specifici per ogni situazione.

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Registrare musica in casa https://produzionehiphop.com/blog/registrare-musica-in-casa.html Mon, 14 Jun 2021 14:15:22 +0000 https://produzionehiphop.com/?p=210805 Come creare uno studio di registrazione in casa. Una guida completa per tutti coloro che hanno in mente crearne uno.

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REGISTRARE MUSICA IN CASA

Registrare musica in casa è una delle innovazioni più importanti nel mondo dell’industria musicale e forse del mondo della musica nel senso più ampio del termine.

Riuscire a incidere la propria canzone o la propria esecuzione musicale in completa autonomia, con dei budget non elevatissimi, sta portando pian piano alla nascita di grandi talenti nel mondo musicale, che mai come in questo momento possono dare voce alle proprie idee senza dover investire dei capitali insostenibili.

Se sei qui è perché probabilmente vuoi imparare a registrare musica in casa in completa autonomia e, perché no, senza spendere troppo.

Proveremo a darti tutti i consigli e le nozioni utili affinché tu possa riuscire in questo.

La strumentazione

Per essere in grado di registrare musica in casa hai bisogno anzitutto di alcuni strumenti essenziali per poter lavorare: l’hardware e il software.

HARDWARE

Quando parliamo di hardware facciamo riferimento a tutti gli strumenti fisici di cui abbiamo bisogno per incidere le nostre tracce, molti di questi sono indispensabili per riuscire a raggiungere il nostro obiettivo.

1. Computer

Il primo strumento di cui è doveroso discutere è sicuramente il computer che, oltre ad aver rivoluzionato il modo di vivere delle persone comuni, lo ha fatto anche nel mondo dell’audio, riuscendo a condensare un enorme quantità di informazioni in poco spazio.

Continuando con questo paragone, però, è importante spiegare che per riuscire a svolgere una sessione di registrazione senza problemi è fondamentale avere un computer con determinate caratteristiche:

a. Una buona memoria interna (da 250 gb in poi), che ci permetta di effettuare molteplici incisioni e di salvarle conseguentemente;

b. Un buon processore (un i5 va più che bene), che consenta di svolgere fluentemente i processi di registrazione, senza avere spiacevoli ritardi, strane distorsioni o blocchi del programma.

2. Microfono

Il secondo strumento fondamentale per riuscire a registrare musica in casa è, ovviamente, il microfono.

Esso ha come finalità, banalmente, quella di catturare il suono prodotto da qualsiasi fonte e di trasmettere questo segnale, tradotto in segnale elettrico, in una scheda audio, che poi lo convertirà in segnale digitale indirizzandolo nel computer.

Ci sono vari tipi di microfoni, che differiscono a seconda del materiale, delle componenti e dei processi che permettono di incidere il suono.

Tieni a mente queste tre macro categorie: microfoni a condensatore, microfoni dinamici e microfoni a nastro.

I primi sono i più utilizzati in studio, i secondi sono più frequenti nei live mentre i terzi sono un po’ meno conosciuti ma comunque utilizzati in studio.

Per registrare musica in casa non hai bisogno di un microfono che costi centinaia di euro, l’importante è che abbia una discreta risposta in frequenze e una buona resistenza.

Il più famoso e usato in home studio per i principianti è sicuramente il rode Nt-1, che riesce ad unire una giusta qualità ad un prezzo abbastanza accessibile.

Il bundle della focusrite con microfono, scheda audio e cuffie è certamente un punto di partenza altrettanto valido.

rode come registrare musica in casa

3. Scheda Audio

La scheda audio è lo strumento necessario affinché il segnale elettrico creato dal microfono riesca effettivamente ad arrivare al computer in segnale digitale, permettendo dunque di essere inciso sul nostro software audio.

Essa, inoltre, consente di gestire anche le uscite audio, non solo gli ingressi.

Questo si traduce con la possibilità di regolare il volume delle casse (che vanno collegate ad essa, ma di cui non parleremo oggi perché non direttamente interessate nel processo di registrazione di musica in casa) e delle cuffie (che si serviranno per poter sentire la nostra voce e la musica (o il metronomo) su cui performiamo senza che questi suoni vengano registrati dal microfono.

Le schede audio, che a nostro avviso possono aiutarti maggiormente nel processo di registrazione di musca in casa sono la focusrite 2i2 e la Audient iD4.

focusrite scarlett 2i2 come registrare musica in casa

4. Cuffie

Le cuffie sono fondamentali, come anticipato, per poter sentire la strumentale della canzone che stiamo cantando insieme alla nostra voce o il metronomo su cui suonare la nostra performance strumentale, senza che però questo audio venga intercettato dal microfono, andando a collidere con la nostra performance stessa.

Le cuffie si distinguono in 2 categorie principali: cuffie aperte e cuffie chiuse.

Le prime sono ideali per il mixaggio, poiché hanno solitamente una risposta in frequenza migliore, talvolta possono causare dei rientri perché l’audio riprodotto è udibile anche da chi non le indossa.

Le cuffie chiuse, invece, sono pensate per i live e per le registrazioni e consentono di isolare l’audio riprodotto dalle stesse, evitando così spiacevoli rientri nel microfono

Beyerdynamic DT770 come registrare musica in casa

SOFTWARE

Una volta ottenuto il setup dell’hardware è fondamentale, per registrare musica in casa, avere una delle seguenti DAW, e saperla utilizzare al meglio:

  • Ableton Live;
  • FL Studio;
  • Logic Pro X;
  • Reason;
  • Cubase;
  • Pro Tools;
  • Reaper…

Se sei alle prime armi o vuoi comunque migliorare la conoscenza del tuo software preferito ti consigliamo di dare un occhiata a questo link, Produzione Hip Hop offre corsi pensati per chiunque voglia imparare a padroneggiare al meglio questi strumenti indispensabili per registrare musica in casa.

Tornando al software, esso è la parte di strumentazione legata al sistema operativo del tuo computer e ai driver della scheda audio, questi ultimi solitamente vengono scaricati automaticamente ed installati mentre i primi vanno acquistati o scaricati gratuitamente dal sito web della casa produttrice.

La maggior parte di quelli citati sono a pagamento, ed hanno dei prezzi variabili, altri invece sono gratuiti.

Il software ci consente, come spiegheremo nel dettaglio nella sezione successiva, di effettuare l’incisione e poterla riascoltare, editarla e mixarla.

fl studio come registrare musica in casa

Il workflow 

Veniamo ora alla parte pratica del registrare musica in casa, una volta ottenuti software e hardware siamo pronti per creare iniziare ad incidere la nostra idea musicale:

1) Apri la DAW

2) Selezionare la scheda audio dalle preferenze

ableton come registrare musica in casa
ableton come registrare musica in casa

3) Impostare un buffer size basso

ableton come registrare musica in casa

Il buffer size è una metrica che ci permette di modulare quante informazioni, in entrata e in uscita, deve processare il computer.

Ad un maggior buffer size corrisponde meno sforzo del computer ma un maggior ritardo nella registrazione, che inciderà sulla messa a tempo della stessa.

Non c’è un giusto buffer size,  esso dipende: dalla situazione, da che tipo di computer hai, dal tipo di DAW, da quante tracce hai registrato, da quanti plugin sono attivi…

Il consiglio è quello di impostarlo in modo da non sentire latenza tra la tua traccia e la tua voce / strumento (indicativamente da 32 a 256)

4) Impostare frequenza di campionamento e profondità di bit 

ableton come registrare musica in casa
ableton come registrare musica in casa

La frequenza di campionamento è un dato che descrive, in termini di hertz (unità di misura della frequenza) il numero di campioni presenti in un secondo di segnale digitale.

Solitamente, per quanto riguarda il mondo discografico, lo standard oscilla il parametro 44.100 hz e il 88.200 hz mentre per quanto riguarda il mondo del cinema siamo a 48.000 hz e 96.000 hz.

La profondità di bit, invece, indica la quantità di bit (unità di informazione) presenti in ogni campione, ne descrive la risoluzione dello stesso.

Anche qui, lo standard a cui si lavora è solitamente 24 bit, se hai un computer prestante puoi andare anche sui 32 bit.

 

5) Impostare il formato di registrazione .wav o .aiff (foto precedente)

Il formato di registrazione rappresenta il tipo di formato in cui verrà formattata la tua registrazione, i più conosciuti sono il .wav e il .aiff.

Il formato .wav (Waveform Audio File Format) e il formato .aiff (Audio Interchange File Format) sono formati chiamati “non-compressi”, dunque in alta qualità, molto simili tra loro.

Il loro fine è quello di immagazzinare informazioni in alta qualità, con molteplici scopi.

La differenza principale sta nel fatto che il primo fu sviluppato da Microsoft mentre il secondo da Apple e dunque si presuppone una maggior compatibilità con questi sistemi.

6) Creare una traccia audio

ableton come registrare musica in casa

Hai possibilità di creare due tipi di tracce audio diverse: mono e stereo.

La prima è la più comune ed è utilizzata per registrare tracce incise attraverso un solo microfono (voce, chitarra…) mentre la seconda è una tipologia di traccia leggermente più complessa, per ottenere una registrazione stereo abbiamo bisogno o di più microfoni o di un microfono che consente di registrare più fonti sonore.

Viene solitamente utilizzata per incidere riverberi naturali.

 

7) Selezionare gli input (1) e armare la traccia (2)

L’input rappresenta la fonte da cui il computer deve cogliere il segnale, il canale nel quale è stato fisicamente collegato il microfono.

Una volta creata e selezionata la traccia in cui registrare bisogna attivarla per la registrazione e per il monitoraggio dell’audio.

Il record monitoring rappresenta la prima opzione mentre l’input monitoring la seconda.

Quest’ultima opzione consente al performer di ascoltarsi in cuffia mentre effettua la tua registrazione.

ableton come registrare musica in casa

8) Attiva la phantom power nel caso in cui avessi un microfono a condensatore (è solitamente un pulsante rosso con su scritto 48V)

La phantom power consente di “accendere il microfono a condensatore” inviando al microfono stesso una tensione elettrica che ne amplifica il volume di ingresso.

9) Effettuare un’incisione di prova monitorando che l’input della scheda audio si attesti all’incirca sui -6db di picco massimo

Questo eviterà spiacevoli clip durante le parti più “potenti” dell’esecuzione, è inoltre un’indicazione utile per avere una registrazione che non abbia delle distorsioni e che sia dunque ottimale per il mixaggio.

10) Registrare

E’ tutto pronto per la tua sessione di registrazione di musica in casa.

Una volta effettuata la tua sessione di registrazione sarai pronto per la fase di mixaggio, che potrai o affidare a qualcuno o far in completa autonomia, in questo caso ti consigliamo i corsi di post produzione di Produzione Hip Hop, pensati per renderti in grado di mixare e masterizzare in completa autonomia.

Corsi di Produzione

Impara a registrare musica in casa in autonomia

Corsi di registrazione

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Ottimizzare la registrazione 

Veniamo ora a dei consigli che possiamo darti per poter ottimizzare la registrazione di musica in casa e per poter risolvere alcune problematiche che possono presentarsi.

Uno dei primi problemi che hai in un ambiente come quello di casa è sicuramente il fatto che i materiali, la disposizione degli elementi e la struttura della stanza portano le onde sonore (che sono corpi fisici e che sottostanno alle stesse leggi) a risuonare in maniera sbagliata all’interno dell’ambiente.

Se hai già avuto modo di leggere l’articolo su come creare uno studio di registrazione in casa saprai già quali sono le soluzioni per risolvere queste problematiche, se non lo hai già fatto ti consigliamo di farlo.

I problemi legati all’acustica, dal punto di vista della registrazione, riguardano principalmente le riflessioni e le risonanze che possono essere catturate dal microfono durante l’esecuzione e che contribuiscono a danneggiare la traccia incisa.

SOLUZIONI

In questo caso si può optare per queste soluzioni che possono ridurre sostanzialmente questi problemi:

Avvicinare il microfono alla fonte sonora riducendo anche l’input, in modo da ridurre la sensibilità del microfono (che aumenta aumentando l’input) senza però perdere la qualità della registrazione sonora.

In questo caso si otterranno, di contro, delle voci con delle basse frequenze e un effetto prossimità maggiore;

Tenere il microfono al centro della stanza o comunque lontano da pareti nude e da angoli, dove avviene l’effetto risonanza (per decidere il punto migliore può essere utile battere le mani e ascoltare dove ci sono meno risonanze);

Utilizzare uno scudo fonoassorbente (quella sorta di semicerchio che trovi in molte foto di studi di home recording), che permette di schermare parzialmente le riflessioni intorno al microfono.

Altri problemi possono riguardare il fatto che una stanza possa essere troppo asciutta, perché magari eccessivamente trattata o perché presenta molti elementi che tendono ad assorbire le frequenze, in questo caso la soluzione è lavorare in post produzione con l’aggiunta di effetti e riverberi.

Ti ringraziamo per essere arrivato fin qui e di aver letto tutto il nostro articolo su come registrare musica in casa.

Ti ricordiamo che, nel caso tu voglia approfondire questi temi insieme ad un docente certificato, puoi trovare il corso che fa più al caso tuo cliccando direttamente sul banner.

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