L’impatto della tecnologia sul mondo della produzione hip hop

da Dic 3, 2019

 

La tecnologia ha cambiato moltissimi aspetti della nostra vita. Negli ultimi 30 anni la diffusione a livello di massa dei computer e l’avvento più recente dei social network ha determinato una rivoluzione nel modo in cui ci rapportiamo alla realtà. Qual è stato l’impatto di tutto questo sul mondo della musica? Il seguente articolo cerca di sintetizzare le principali innovazioni che lo sviluppo tecnologico ha determinato nel mondo della produzione hip hop.

 


 

1 – L’APPROCCIO ALLA PRODUZIONE

 

La tecnologia ha cambiato innanzitutto l’approccio alla produzione. Su questo punto c’è da dire che l’hip hop è sempre stato un genere all’avanguardia pronto a scendere a patti con il cambiamento dei tempi, a partire dagli strumenti utilizzati. laddove altri generi hanno sempre usato strumenti classici, l’hip hop è sempre stato innovativo, come dimostra il largo utilizzo dei campionatori negli anni ’90, prerogativa quasi esclusiva dell’hip hop.

Il beatmaking ha quindi fatto suo in tutto e per tutto il processo di digitalizzazione che ha riguardato tanti campi della società negli ultimi decenni. Innanzitutto nella produzione ha assunto una sempre maggiore importanza l’utilizzo del computer. La creazione di musica hip hop è infatti inscindibile dall’utilizzo dei software di produzione. Di questi ce ne sono tantissimi ed è impossibile farne un’elencazione esaustiva: basti dire che tutti sono accomunati dal fatto di evolversi di pari passo con lo sviluppo della programmazione informatica e della costruzione di calcolatori sempre più potenti.
Inoltre tanti strumenti un tempo presenti solo a livello analogico, come ad esempio i compressori, gli equalizzatori e gli stessi campionatori, sono stati reinventati a livello digitale e ciò ha determinato un approccio sempre più “smaterializzato” alla musica hip hop, nel senso che un beatmaker riesce ad avere tutto quello che gli serve già all’interno del suo computer. Da un certo punto di vista ciò ha addirittura snaturato il concetto di studio di produzione con riferimento al luogo in cui avviene il beatmaking. Un tempo infatti l’attività di produzione e la successiva attività di mixaggio non poteva che avvenire tra le quattro mura dello studio, mentre oggi non è più così: con un computer, un software, due cuffie valide e il possesso di plugin digitali, è possibile equalizzare o comprimere una traccia stando seduti sul sedile dell’autobus o dell’aereo, piuttosto che sdraiati a letto.

La tecnologia ha inoltre velocizzato tantissimi aspetti della nostra vita e questo è avvenuto anche all’interno dell’hip hop. Laddove un tempo servivano giorni, oggi un bravo ed allenato beatmaker grazie ai tanti strumenti digitali esistenti può comporre un beat e mixarlo in due ore.

 


 

2 – L’ACCESSO ALLA PRODUZIONE

 

Un tempo poche persone potevano fare musica, quanto meno a livello professionale. Al contrario oggi chiunque si mette in testa di fare musica può farlo. Ciò riguarda sia la fase attiva di beatmaking sia la fase importantissima di apprendimento. Oggi è infatti possibile fare dei corsi di produzione online grazie alla presenza di piattaforme di comunicazione a distanza, e questo rende molto più facile la possibilità di diventare un beatmaker autonomo. Seguire dei corsi è infatti fondamentale per diventare dei bravi beatmaker.

Un maggiore accesso alla musica significa anche più competizione. Un tempo era più facile emergere perchè erano di meno quelli che si affacciavano in questo mondo. Oggi non solo l’hip hop è il genere più seguito dalle masse e più composto dagli artisti, il che determina già di per sè un aumento della concorrenza, ma questa concorrenza è ulteriormente accentuata dall’accresciuta possibilità di approcciarsi alla musica. Per questi motivi è diventato quindi molto difficile emergere ed è necessario diventare veramente originali. A questo fine si consiglia la lettura dell’articolo Come creare basi hip hop e trap originali.

L’accesso alla produzione è inoltre al giorno d’oggi garantito tramite l’esistenza di siti ad hoc, ad esempio Splice e Sounds, sui quali è possibile reperire milioni di suoni direttamente in cloud, senza dover occupare spazio sui nostri hard disk. Questa è una vera e propria rivoluzione nel campo del beatmaking: queste due piattaforme infatti non permettono soltanto di scaricare dei loop, bensì anche degli one shot di diversi strumenti, dai kick ai brass, dai bassi 808 alle chitarre. Andiamo quindi verso un futuro in cui i pacchetti di suoni saranno sempre di più a portata di connessione internet, con risparmi in termini di spazio sull’hard disk, il che è tutto tranne che banale, e un conseguente maggiore accesso per tutti alla musica.
Splice e Sounds inoltre permettono di scaricare pacchetti di suoni riferibili allo stile di un determinato artista e ciò può venire incontro ai produttori che vogliono sperimentare dei type beat o semplicemente che si ispirano a un determinato tipo di produzioni.

 


 

3 – LA DIFFUSIONE DELLA PRODUZIONE

 

La Tecnologia ha inoltre cambiato la diffusione della musica in generale e anche dell’hip hop. Questo ha riguardato sia i consumatori che i produttori. Per quanto riguarda il lato del consumatore un tempo per riuscire ad avere quel particolare disco, ad ascoltare quella particolare canzone bisognava recarsi in un negozio musicale oppure tentare la sorte sperando di sentirla alla radio. Oggi questa è preistoria. La diffusione della musica tramite internet rende possibile una maggiore fruizione della musica: per sentire una determinata canzone basta cercarla su youtube o spotify piuttosto che su una delle meno note ma numerosissime piattaforme su cui è presente musica.

Da un certo punto di vista addirittura è cambiato il rapporto tra la musica e chi la ascolta, nel senso che spesso non è più il consumatore che va a cercare una canzone ma succede il contrario: è la musica che raggiunge l’ascoltatore randomicamente tramite la presenza di playlist già fatte, nonché tramite le inserzioni pubblicitarie tra un pezzo e l’altro presenti su molte piattaforme.
Questa fruizione innovativa ha vantaggi non solo per i meri consumatori di musica, bensì anche per i produttori. Grazie alle nuove piattaforme un produttore oggi ha una marea di possibilità di farsi conoscere che un tempo non aveva. Oggi la creazione di un beat può avvenire tra quattro mura domestiche di una camera e da lì può arrivare negli angoli più lontani del pianeta.

Basta avere una connessione a internet e un account su YouTube sul quale caricare la propria base, la quale può essere sponsorizzata a poco prezzo in modo da raggiungere più facilmente il target di riferimento. Molto banalmente anche Instagram, sebbene sia nato per le foto, può aiutare un produttore ad emergere. Grazie alla sua immediatezza comunicativa Instagram è diventato ormai il nuovo mondo dove si è trasferita l’umanità: tutto e tutti vivono su Instagram. Un beat originale, grazie all’utilizzo dell’hashtag giusto, può veramente vedere amplificata la propria possibilità di successo.
E non dimentichiamoci dell’esistenza di piattaforme create ad hoc per la diffusione dei beat, come ad esempio BeatStars, dove ogni produttore può caricare i propri beat per venderli ai rapper interessati.

 


 

4 – L’EVOLUZIONE DEL GENERE

 

Veniamo ora a quello che probabilmente è l’aspetto più interessante, ossia l’influenza della tecnologia sull’evoluzione del genere. Come detto all’inizio dell’articolo l’hip hop è da sempre un genere all’avanguardia e pronto ad accogliere lo sviluppo tecnologico, e questo riguarda anche il sound. Infatti lo sviluppo di versioni sempre più nuove dei software di produzione, la digitalizzazione della stessa attività di produzione e la nascita di sempre nuovi plugin ha ampliato la possibilità di innovazione del genere hip hop, dando la possibilità a chiunque di essere veramente originale.

In altre parole: sono infinite la possibilità che la tecnologia offre per gestire il suono e di conseguenza questo è strettamente legato alla tecnologia. Facciamo un esempio pratico e prendiamo uno strumento che sta sempre bene come il pianoforte. Supponiamo di avere una traccia di pianoforte, non necessariamente composta da noi, che abbiamo inserito nel nostro software di produzione. Grazie alla tecnologia e alla digitalizzazione di pressoché tutti i processi, noi su quella traccia possiamo inserire in modo creativo ed originale tutti i plugin di cui siamo a disposizione, ottenendo dei suoni e degli effetti fortemente innovativi. In brevissimo tempo su quella traccia possiamo mettere un distorsore e subito dopo un delay. In altrettanto brevissimo tempo possiamo provare ad ascoltare se la traccia suona meglio inserendo prima il delay e solo dopo il distorsore. A questo punto possiamo aggiungere un equalizzatore e poi, decidiamo di mettere un reverse sulla traccia.Dopodiché, non ancora soddisfatti, aggiungiamo un reverbero.

Vogliamo osare? Esportiamo la traccia, reimportiamola, dividiamola in piccole parti e importiamola in un campionatore, rigorosamente digitale anch’esso. Divertiamoci poi a suonarla in modo del tutto originale premendo sui tasti del campionatore finché non otteniamo una sequenza che ci soddisfa. A questo punto potremmo aver finito, ma non necessariamente. Possiamo cambiare la tonalità dei nostri campioni e di conseguenza la velocità con cui vengono suonati. E anche qui, non siamo necessariamente giunti al termine.

Tempo impiegato? Cinque minuti. E tutto questo è avvenuto nel più prestigioso studio di registrazione del mondo? No, può avvenire tranquillamente nella nostra cameretta. Possiamo fare tutto quello che vogliamo per rendere il nostro sound innovativo, e possiamo farlo ovunque e in breve tempo. Tutto questo influenza l’evoluzione del genere hip hop, ed è chiaro come questa influenza vada di pari passo con lo sviluppo tecnologico.

 


 

5 – COSA SUCCEDERA’ IN FUTURO?

 

Per ipotizzare uno sviluppo futuro dell’impatto della tecnologia sulla produzione bisogna pensare in termini di tutti i punti precedentemente elencati, ossia di approccio alla produzione, accesso alla produzione, distribuzione di musica e evoluzione del genere. Ovviamente qualunque ipotesi potrebbe essere smentita dalla storia, ma ciò non preclude la possibilità di provare lecitamente a fare delle previsioni.

Per quanto riguarda l’approccio alla produzione potremmo assistere ad un’ulteriore semplificazione dei processi grazie alla digitalizzazione e grazie all’utilizzo di dispositivi sempre più sofisticati. Attualmente è ancora di massa l’utilizzo del computer, ma nulla vieta che in futuro la tecnologia arrivi a un punto tale che si possa utilizzare a livello di massa la tecnologia “touch” per fare beatmaking, ossia a produrre dei beat attraverso software di produzione sul tablet o addirittura sugli smartphone (cosa che già sta succedendo).

Anche l’accesso alla produzione potrebbe subire un’ulteriore evoluzione, ad esempio passando dal concetto di software di produzione ad app di produzione. Se si dovessero sviluppare delle applicazioni di produzione facilmente scaricabili gratuitamente o a basso prezzo la musica diventerebbe infatti ancora più accessibile e fruibile da parte di chiunque.

Per quanto concerne la diffusione della musica un produttore potrebbe aumentare ancora di più la sua possibilità di farsi conoscere, grazie ad esempio alla nascita di un nuovo social media più immediato e che permetta una maggiore interazione e un maggiore feedback tra ascoltatore e produttore.

Il genere inoltre continuerà ad evolversi per mezzo della nascita di nuovi plug in sempre più innovativi e di una sempre maggiore velocità di produzione, la quale accrescerà le possibilità per ognuno di incidere sul proprio sound.

In conclusione si può quindi dire che sono già oggi ben evidenti e determinanti gli apporti rivoluzionari che la tecnologia ha apportato nel mondo della produzione. A tutto questo bisogna guardare con positività: grazie a un utilizzo costruttivo e intelligente dei mezzi tecnologici si può davvero riuscire ad essere originali e a diffondere la propria musica pressoché in tutti gli angoli del globo.

 

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